I rom provenienti dai campi nomadi della Capitale non verranno a Latina, almeno per il momento. Il bando di Roma Capitale scaduto il 29 gennaio è infatti andato deserto in due lotti su tre. Non è stata presentata alcuna offerta o sono state presentate offerte inappropriate per l’area compresa nel lotto 2 (Municipi VI, VII, VIII, IX, X e area regionale Latina – Frosinone) e per l’area compresa nel lotto 3 (Municipi XI, XII, XIII XIV, XV e area regionale Civitavecchia – Viterbo). La stessa dicitura non compare nel lotto 1 (Municipi I, II, III, IV, V e area regionale Rieti -Tivoli) per cui, dunque, devono essere arrivate risposte al vaglio di Roma Capitale.
COSA PREVEDEVA IL BANDO
Con il bando da 1.785.726,00 euro Roma Capitale cercava un tetto a 60 rom provenienti da Castel Romano, Candoni, Salviati 1 e 2, Monachina, Lombroso, La Barbuta, Salone e Giordano. Il bando era diviso in tre lotti da venti posti l’uno, il cui importo posto a base di gara di ognuno era di 595.242,00 euro. La durata dell’affidamento era di 24 mesi a partire dal primo aprile 2021 fino al 31 marzo del 2022. Il trasferimento degli ospiti in alloggi o appartamenti era per Roma Capitale «l’unico modo per sostenere processi di inclusione sociale attiva realistici, limitando le possibilità di recidiva o fallimento».
I DUBBI
La Provincia di Latina si era subito detta contraria, rivolgendosi al Tar, che aveva però bocciato la richiesta di sospendere subito il bando con cui la sindaca Virginia Raggi stava cercando una sistemazione, anche fuori dalla provincia di Roma, per i rom, i sinti e i caminanti. Il giudice aveva ritenuto “insussistenti i presupposti dell’estrema gravità ed urgenza richiesti” rimandando la decisione al 10 febbraio. Il Comune di Latina aveva deciso di sostenere la Provincia con la presenza nel procedimento la cui trattazione collegiale in Camera di Consiglio è stata fissata dal Tar per il 10 febbraio. Come ulteriore azione il Comune ha anche valutato, insieme alla propria avvocatura, di presentare una richiesta di parere all’UNAR (ufficio nazionale antidiscriminazione razziali) rispetto ai contenuti del bando capitolino. Una valutazione che aveva trovato il favore unanime di tutti i partecipanti alla commissione welfare, opposizioni comprese.
L’ESITO
Da quanto era venuto fuori dalla commissione consiliare a cui ha partecipato anche l’assessora ai Servizi Sociali Patrizia Ciccarelli, c’era stato da subito poco interesse da parte delle cooperative locali al bando in questione. Non per il prezzo, giudicato invece alto rispetto agli standard, ma per i dubbi sull’efficacia del percorso, anche perché l’approccio prescindeva dal luogo. A quanto pare, dunque, gli umori iniziali sono stati confermati perché non c’è stata risposta dal territorio di Latina.