Da Latina partirà la produzione di anticorpi monoclonali anche per l’Italia. È ufficiale infatti l’accordo tra il Ministero della Salute e l’azienda farmaceutica americana Eli Lilly, che produce materialmente l’anticorpo “Bamlanivimab” attraverso lo stabilimento pontino della Bsp Pharmaceuticals: il decreto firmato dal ministro Roberto Speranza è stato pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’8 febbraio 2021.
In un incontro con la stampa presso la Bsp di Latina, alla presenza del presidente Aldo Braca e delle autorità locali quali il prefetto Maurizio Falco e i sindaci di Latina Damiano Coletta e di Firenze Dario Nardella (l’azienda Eli Lilly ha infatti sede a Sesto Fiorentino), oltre ai rappresentanti della Lilly, sono stati spiegati i dettagli dell’operazione.
A Latina avverrà come sempre lo sviluppo materiale dell’anticorpo, che è soggetto e risultato di una lunga filiera transnazionale, ma con tappe e tempi brevi: la materia prima arriva a Latina dall’Irlanda; dopo la lavorazione nello stabilimento pontino, il confezionamento avviene in Francia e, alla fine, i test si svolgono negli Stati Uniti. Un processo che coinvolge diversi stabilimenti (8) e che a prima vista può apparire macchinoso, ma che si giustifica nella specializzazione di settori che, all’occorrenza, sono pronti ad essere convertiti in tempi brevi per sopperire ad eventuali problematiche emergenti nei rispettivi Paesi. In sostanza si è scelto il sistema dell’interscambiabilità dei siti per le varie fasi di produzione, per riuscire a non bloccarla mai e quindi permettere la continuità delle forniture per questo genere di terapia anticovid. Latina ha quella che è forse la parte più affascinante di tutto il processo: quella della sintesi in laboratorio.
In tutto questo, però, quanto tempo passerà perché gli anticorpi monoclonali possano essere effettivamente utilizzati in Italia? Ancora il tempo di organizzare le somministrazioni ai pazienti – non ospedalizzati – che hanno i particolari requisiti per ricevere la terapia. Quest’ultima, secondo le indicazioni del Cts dell’Aifa (Agenzia italiana del farmaco), peraltro dovrebbe essere somministrata per via endovenosa per circa sessanta minuti, con successivi sessanta minuti di controllo ed in ambiente protetto in caso di reazioni avverse.
Stefania Belmonte