Lo schema criminale utilizzato dal malvivente è il seguente: adesca giovani vittime attraverso una piattaforma social per nuove amicizie e dopo gli incontri ha inizio l’inferno. L’uomo minaccia di rendere nota la presunta omosessualità dei ragazzi, chiedendo denaro in cambio del suo silenzio.
Nella fattispecie l’indagine parte da un sedicenne il quale, cedendo alle richieste estorsive dell’uomo effettua ripetuti versamenti attraverso un circuito telematico per un totale di 2700 euro, somma che si procurava prelevando i soldi dal conto della mamma, ignara dell’intera vicenda.
Nel momento in cui la giovane vittima pensava di essersi liberata dall’incubo in cui era piombato, sempre attraverso l’applicazione WhattsApp riceveva nuove, insistenti richieste di denaro.
Resosi conto di non avere più scampo e di essere caduto in un vortice irrefrenabile di continue minacce, il minore ha deciso quindi di rivolgersi alla Polizia di Stato.
Le indagini svolte dai poliziotti della Squadra Mobile hanno accertato la piena responsabilità del cittadino albanese in arresto, il quale utilizzava anche un’utenza telefonica intestata ad un altro ragazzo, costretto mediante continue minacce ad intestarsi il telefono cellulare in uso al malvivente ed a versargli, in più fasi, fino a 10.000 euro.
È stato inoltre riscontrato che il denaro estorto veniva versato su diversi conti intestati a terzi ma in uso all’arrestato. Al termine delle formalità di rito, il cittadino albanese è stato arrestato.