Situazione di stallo per quanto riguarda la discarica di Albano Laziale. Continua a montare la protesta ma il sito resta aperto.
“E’ una sintesi un po’ sconfortante ma veritiera. In realtà credo che sia ormai chiaro a tutti che Albano sia solo un incidente di percorso che interessa solo, forse, alla comunità dei Castelli Romani. Mentre ora il nuovo problema, facilmente prevedibile, che è emerso è la carenza di spazio negli impianti di Trattamento Meccanico e Biologico e, dunque, la questua alle altre Regioni, dalla Campania alla Toscana. Quello che sta accadendo nelle recenti settimane nel Lazio è il caos assoluto e le ultime ordinanze, insieme alle pressanti richieste del Comune di Albano, ancora senza risposta, mi pare abbiano scoperchiato il vaso di Pandora”.
A cosa si riferisce?
“Devo fare una premessa. Il rifiuto tal quale, il rifiuto indifferenziato dei contenitori stradali di Roma è pieno di umido putrescibile e quindi, prima di finire in discarica, deve essere triturato, sminuzzato, separato e, soprattutto, biologicamente stabilizzato negli impianti di trattamento meccanico e biologico TMB. Quando invece il rifiuto indifferenziato proviene da raccolta differenziata, meglio se spinta, può essere trattato in impianti di trattamento esclusivamente meccanico TM, ovvero impianti che triturano, sminuzzano e separano senza stabilizzazione biologica (non essendoci umido, non serve). Zingaretti ha emanato un’ordinanza per andare in soccorso ai Comuni che andavano nel TMB di Aprilia, momentaneamente chiuso, consentendo agli stessi di portare il loro rifiuto ad un TM. E funziona, perché sono tutti Comuni che hanno un buon livello di raccolta differenziata e dunque il rifiuto indifferenziato è secco. Parliamo di circa 1000 tonnellate a settimana di rifiuti che prima andavano in un TMB e che ora vanno in un TM. Dunque, liberando un po’ di spazio nel TMB per, eventualmente, accogliere e trattare il rifiuto romano, a cui serve la stabilizzazione biologica non avendo Roma un alto indice di differenziata. Per di più sembra che quell’impianto abbia ulteriore disponibilità residua. Come mai il TMB in questione non è stato preso minimamente in considerazione dalla Regione Lazio e andiamo cercando impianti TMB fuori regione?”
Eppure nella propria ordinanza la Sindaca Raggi ordina che una parte del rifiuto di AMA venga trattato in impianti di esclusivo trattamento meccanico e prima di riaprire Albano una parte dei rifiuti di AMA andava comunque in impianti di tipo TM e poi lo scarto, finiva in discarica a Viterbo. Siamo sicuri che quegli impianti siano in grado di trattare adeguatamente il rifiuto romano?
“Ed eccolo qui il vaso di Pandora. La risposta a questa questione può darla solo Arpa Lazio, agenzia tecnica della Regione Lazio, che sin dalla settimana scorsa ha fatto prelievi per valutare la qualità del rifiuto in ingresso. Anche sulla scia delle note pressanti della nostra Amministrazione e del Sindaco Borelli. A quel punto capiremo se il coperchio del vaso è chiuso o è saltato. Ma c’è poi un altro mistero relativamente al potenziamento dell’impianto TMB-AMA di Rocca Cencia, per cui la Regione Lazio aveva emanato specifici atti. E questo sì, sarebbe stato risolutivo. Ma il Comune di Roma si è messo di traverso e tutto si è arenato in conferenza di servizi”.
Ma c’è una soluzione a tutto ciò?
“La premessa è che se si vogliono chiudere le discariche ci si debba attrezzare con la differenziazione del rifiuto e con una impiantistica che valorizzi le frazioni separate. Guardi, senza entrare in progetti complessi – come quello che sostengo da anni di una Roma divisa in distretti, ognuno indipendente nella differenziazione e valorizzazione del rifiuto – fra quattro anni, per legge, l’umido dovrà essere separato dall’indifferenziato (se in questi anni la Raggi avesse fatto almeno questo, staremmo ben oltre la metà dell’opera). Quindi, invece di fare scelte elettorali sugli impianti – perché tutte le decisioni prese in questi anni – Albano compresa – hanno una matrice elettorale/politica spesso trasversale – bisogna mettere in piedi una seria azione di riconversione impiantistica in nome dell’economia circolare. Ma economia circolare vera. Intesa come vantaggio per tutti, e non guadagno per pochissimi come invece è sempre avvenuto”.
Ci fa un esempio concreto?
“Certo. A Massa Carrara la Cermec, società completamente pubblica, uno di quegli impianti fuori regione in cui va Ama, sta riconvertendo il TMB in un biodigestore. Si separa l’umido e lo si tratta in biodigestore, mandando contestualmente il secco nei TM. Una cosa che si regge sia nell’equilibrio dei flussi dei rifiuti sia economicamente. E porta benefici ambientali evidenti, riducendo drasticamente i quantitativi che vanno in discarica, e benefici economici, con la riduzione della tariffa a seguito della diminuzione dei costi di trattamento”.
Albano la chiudiamo?
“Ci stiamo provando. Il 6 settembre il giudice si esprimerà sul nostro ricorso. Sono fiducioso che queste considerazioni che abbiamo fatto qui le farà anche lui. E magari, nel frattempo, Arpa ci avrà detto pure che tipo di materiale è quello che si sta abbancando in discarica”.