Casalazzara si è ritrovata come comunità in occasione delle festività natalizie. Il gruppo Giovani ha allestito una sorta di “presepe vivente” con tanto di Betlemme ricostruita in piccolo. C’era il calzolaio, il falegname, la sarta: un viaggio negli usi e costumi di una volta, magari senza proiezione storica ma certamente efficace soprattutto per le nuove generazioni.
C’è un fatto: Casalazzara va spesso sui giornali per i fatti di cronaca, gli incidenti sulla pericolosissima via dei Rutuli, l’abbandono selvaggio dei rifiuti, le fogne che mancano. Stavolta, invece, si mette in risalto il grande amore per lo stare insieme, che ha permesso di attirare centinaia di persone nella parrocchia, unico centro nevralgico di un quartiere di 6.000 anime più vicine ad Ardea ed Ariccia che non ad Aprilia.
L’esperimento di Don Alessandro e del gruppo giovani, aiutato in tutto e per tutto dal gruppo famiglia, ha centrato l’obiettivo: aggregare. Insomma Casalazzara d’ora in poi potrà ricordarsi di questo evento come una sorta di rinascita. E chissenefrega se tanto ci sarà sempre qualcuno pronto a criticare. Quando c’è il tessuto umano, quello genuino e vero, allora una comunità può dirsi tale. Casalazzara, ora, è una comunità.