Mancano pochi giorni giorni alla fine delle elezioni amministrative, le prime durante una pandemia, che si concluderanno con i ballottaggi di domenica 17 e lunedì 18 ottobre. Nonostante gli esisti siano ancora incerti qualche verdetto la tornata elettorale di 15 giorni fa lo ha già dato.
SFIDA TRA CECCHI E COLIZZA A MARINO
Partiamo da Marino che si conferma città del centrodestra e che con il risultato di Cecchi certifica di aver superato in qualche modo lo shock Silvagni anche se c’è molto rammarico per non aver trovato subito la quadra. Facendo i conti della serva, infatti, e sommando quindi il 32% conquistato da Stefano Cecchi, appoggiato da Lega e Popolo della Libertà, con il 15,8% dei voti di Fabrizio De Santis, appoggiato da Fratelli d’Italia, e aggiungendo il 3,3% di Fabio Martella, ex Lega, si arriva al 51%. Ma si sa, il ballottaggio è un’elezione a sé prima di tutto perché bisogna incassare l’endorsement dei candidati sconfitti e se appare abbastanza scontato l’appoggio degli elettori di Fratelli d’Italia (dove a contare è ancora l’ex sindaco di Marino, Adriano Palozzi), anche se De Santis lascia libertà di scelta, non si può dire altrettanto di coloro che hanno votato per Martella. Le due liste civiche in appoggio al candidato indipendente sono infatti molto eterogenee e tra i candidati figura anche Antonio Paterna, fratello di Anna Paterna che è consigliere uscente del Movimento 5 Stelle, motivo per cui molti rumors danno una buona parte dei voti di Martella detto Repicetta (che predica l’assoluta libertà di voto) al sindaco uscente. Carlo Colizza parte in svantaggio di 7 punti, orfano in questa corsa dell’aria di novità che si respirava nel 2016 intorno al M5S e che si adattava perfettamente ad un comune come Marino dove il sindaco era stato appena arrestato per corruzione. È anche vero che Colizza è uno dei pochi pentastellati che si sono ripresentati da sindaci uscenti a potersela giocare almeno al ballottaggio e per avere qualche possibilità dovrà convincere l’elettorato di Gianfranco Venazoni, l’escluso un po’ a sorpresa di questa tornata elettorale, nonostante fosse riuscito a riunire sotto la sua candidatura tutto il centrosinistra. Per i due sfidanti però conterà molto anche la capacità di saper portare al voto coloro che hanno deciso di non partecipare il 3 e il 4 ottobre, perché sono molti (ha votato solo il 55% rispetto al 64% del 2016) e possono spostare tutti gli equilibri.
A FRASCATI TESTA A TESTA SBARDELLA-MASTROSANTI
Situazione ribaltata invece a Frascati dove se la giocheranno Francesca Sbardella del Pd e il sindaco uscente (sfiduciato a febbraio) Roberto Mastrosanti di Italia Viva, mentre a rimanere escluso dal ballottaggio è stato il centrodestra che sembrava aver trovato la quadra intorno alla candidatura della Bruni, ma evidentemente si trattava di un compromesso di facciata che non ha convinto la base (e forse neanche troppo i candidati “estivi” che si sono fatti da parte). Probabile che gli elettori dell’ex assessora alla cultura della giunta Mastrosanti si divideranno: la lista civica “Bruni sindaco” per esempio ha fatto già sapere che voterà per Sbardella. La Lega, per voce del Coordinatore provinciale Anna Maria Bracci, invece ha chiaramente dato indicazione ai propri iscritti di non votare Partito Democratico, dunque l’appoggio a Mastrosanti appare quasi scontato; anche Mirko Fiasco, battitore libero della destra frascatana e sponsor della candidata Anna Delle Chiaie (che ha portato a casa un sorprendente 10%) ha detto che lui non andrà a votare ma ha chiesto ai concittadini di recarsi alle urne e non votare PD. Nonostante questi “endorsement di ritorno” sarà molto difficile per Mastrosanti recuperare i 1300 voti che lo separano dalla candidata democratica che può anche contare, e lo diciamo senza malizia, sull’appoggio di un uomo forte del territorio come lo è il marito, il senatore Bruno Astorre.
Luca Rossi