Finiti tre anni fa in un’inchiesta su una maxi frode e un sistema di riciclaggio di fondi accumulati illecitamente, due ex finanzieri del comando provinciale di Latina, Riccardo Tomei, già coinvolto anche nell’inchiesta Arpalo, e Vincenzo Camerota sono stati condannati dalla Corte dei Conti del Lazio. Sul fronte penale, gli inquirenti hanno ricostruito un sistema di frode, corruzione e riciclaggio legato ai fondi accumulati illecitamente dall’imprenditore milanese Giancarlo Bolondi e fatti confluire sui conti correnti di alcune persone di Anzio e Nettuno, che poi provvedevano a restituire i contanti all’imprenditore.
I due finanzieri sono stati accusati di aver ricevuto dall’imprenditore denaro e favori e di averlo in cambio aiutato a ricevere il denaro frutto del riciclaggio, oltre a fornirgli informazioni. La Procura contabile ha chiesto la condanna di Tomei e Camerota a risarcire all’Agenzia delle entrate, all’Inail e all’Inps un danno patrimoniale stimato in quasi 486mila euro e a risarcire 100mila euro alla Guardia di finanza per il danno d’immagine subito. Richieste fatte dopo che i due, sul fronte penale, hanno patteggiato la pena a due anni e dieci mesi di reclusione e tremila euro di multa per corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, riciclaggio e collusione del militare della Guardia di finanza.
Per la Corte dei Conti, le condotte dei due ormai ex finanzieri “oltre a concausare una rilevantissima perdita di entrate di diritto pubblico, in termini di mancata riscossione di tributi erariali e di contributi previdenziali e assistenziali, si pongono in palese violazione degli obblighi di servizio che i signori Tomei e Camerota erano tenuti ad osservare in veste di sottufficiali della Guardia di Finanza, preposta dall’ordinamento principalmente alla prevenzione ed alla repressione dei reati in materia finanziaria, nonché in totale dispregio dell’onore e del prestigio del Corpo militare cui i medesimi soggetti appartenevano all’epoca dei fatti di causa”. I giudici, analizzata l’intera vicenda, hanno però ritenuto opportuno fare uno sconto a Tomei e Camerota. I due sono stati così condannati a risarcire 60.746 euro all’Agenzia delle entrate, all’Inps e all’Inail e a risarcire 20mila euro a testa alla Guardia di finanza.