Don Antonio Salimbeni, parroco delle due parrocchie di Albano-Cancelliera e Ariccia-Fontana di Papa, nella sua omelia di ieri, domenica 31 ottobre, ha esortato i fedeli a impegnarsi a cercare dentro se stessi, con l’aiuto di Dio e della fede, la forza necessaria ad assumersi la responsabilità, nella propria quotidianità, di non sprecare ma anzi difendere i doni e i frutti della terra e del Creato, di non sfruttare oltremodo le risorse naturali senza pensare alle conseguenze per l’ambiente e gli altri uomini, per le prossime generazioni, di non cercare soluzioni facili ma inquinanti e dannose, di mettere al primo posto l’uomo e non il profitto.
“Cari fratelli e sorelle, anche oggi – ha raccontato don Antonio – in questo ultima domenica di ottobre, che precede la solennità di Tutti i Santi, uomini ordinari, come noi, ma straordinari nel seguire , fino in fondo l’esempio del Signore Gesù, ispirato dalle parole del Santo Padre Francesco all’Angelus,vorrei ritornare sul tema della tutela della nostra casa comune, sul rispetto della natura e del Creato. Papa Francesco, nell’ enciclica Laudato sii, ha invitato ad ascoltare il grido della Terra e dei poveri che, sul punto, si fa sempre più disperato. L’accostamento fra la sofferenza del nostro pianeta e quello delle persone che si trovano in difficoltà non è casuale; uomo e natura sono entrambi creature di Dio e per questo sono legati. La povertà non rimane ristretta solo all’ambito economico; i poveri non solo non hanno i mezzi necessari per vivere, ma, molto spesso , vengono privati della loro dignità di uomini, e questo succede quando sfruttiamo, depauperiamo inquiniamo e distruggiamo l’ambiente in cui essi vivono, che e’ la casa comune di tutti noi,donataci da Dio nell’immensità del suo Amore ; come facciamo ad amare compiutamente il prossimo se sporchiamo e roviniamo la sua casa?
Carissimi, proprio per questo alla crisi ambientale si rischia di aggiungere una sempre più grande crisi sociale, che riguarda tutti coloro ai quali viene sottratta la possibilità di godere dei doni e dei frutti del Creato, relegandoli al ruolo di emarginati, scartati, insomma, con espressione forte, “rifiuti della società”. La nostra coscienza di cristiani, e di uomini viene dolorosamente interrogata e spinta a cercare una risposta; la risposta non la troveremo fuori di noi, cari fratelli e sorelle,ma dentro di noi, nella nostra umanità, nel nostro essere fratelli tutti, figli dell’unico Dio. La risposta sarà la responsabilità di ognuno nella propria quotidianità, responsabilità di non sprecare i doni e i frutti della terra, di non sfruttare oltremodo le risorse naturali senza pensare alle conseguenze per l’ambiente e gli altri uomini, di non cercare soluzioni facili ma inquinanti e dannose, di mettere al primo posto l’uomo e non il profitto; solo così riusciremo a superare questa grande crisi, trasformandola in una storica opportunità, risanando non solo l’ambiente tutelando il dono del Creato, ma guarendo anche il nostro spirito dall’egoismo, dalla cupidigia, dalla smania di primeggiare a scapito di chi è più debole, più piccolo, più bisognoso di Amore. Come Gesù ha detto “quello che avete fatto al più piccolo tra questi miei fratelli lo avete fatto a me”; nel Suo Nome, diamo prova di sincera e vera fratellanza, amandoci gli uni e gli altri come Lui ha fatto con noi. Di cuore vi benedico. Don Antonio.”