È arrivato come un pugno nello stomaco dei balneari la sentenza del Consiglio di Stato che pone il limite del 2023 per la proroga delle concessioni. «La situazione che va a delinearsi è sconcertante, soprattutto quando pone limiti al legislatore, di fatto prorogando le concessioni fino al 2023 e stabilendo che oltre quel termine si dovrà procedere alla rassegnazione tramite gara», commenta Mario Gangi, presidente del sindacato balneari della provincia di Latina. «Adesso si attendono risposte dalla politica per la redazione di una legge di riordino, stabilendo le modalità di evidenza pubblica per lo svolgimento della gara, che possa definitivamente mettere la parola fine a una situazione che si trascina nel tempo e che crea situazioni paradossali e diversificate tra comune e comune».
LA SITUAZIONE NEL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI LATINA
Nel territorio pontino infatti le concessioni degli operatori balneari attualmente risultano prorogate fino al 2033 a San Felice Circeo e Terracina, in scadenza al 2021 a Latina e per cui si presuppone che alla luce della sentenza del Consiglio di Stato vengano portate al 2023, «mentre a Sabaudia è stata emanato un provvedimento di indirizzo che consente il proseguo dell’attività ma che non ha valenza formale di proroga. Se guardiamo all’Europa – precisa Gangi –, Stati come Spagna, Grecia o Croazia hanno emesso una legge di riordino stabilendo durate delle concessioni di diversi decenni (in Portogallo 75 anni n.d.r.) al termine dei quali andranno a gare e con i titolari che si sono dovuti adeguare alle nuove durate. Inoltre si potrebbe considerare il motivo originario del rilascio di concessioni in termini di controllo e sicurezza del litorale. Valutazioni che potrebbero essere fatte anche su nuovi spazi che nel litorale ad oggi non sono coperti da servizi». La fine della disputa sembra ad oggi ancora lontana.