Dopo soli 9 mesi Vito Consoli è già al capolinea: la Regione Lazio sta cercando un nuovo direttore a cui affidare la Direzione regionale ‘Ciclo dei Rifiuti’ ed ha nominato una Commissione per individuare il suo successore, composta da tre membri: uno interno, ossia Wanda D’Ercole, Direttore generale della Regione; due esterni: Giulia Collosi e Vincenzo Caputo, ex funzionari comunali in pensione. Così prevede il decreto del Governatore Nicola Zingaretti n. T-212 del 11 novembre scorso. Consoli era in carica dal 24 marzo scorso, scelto in tutta fretta dalla Giunta Zingaretti-bis per prendere il posto di Flaminia Tosini, arrestata per presunta corruzione dalla Procura di Roma il 16 marzo scorso, insieme all’imprenditore del settore Rifiuti e Stampa Valter Lozza, entrambi sotto processo. Fino a metà marzo, Vito Consoli dirigeva ‘solo’ la ‘Direzione Naturale, Parchi e Aree Protette’ che coi suoi circa 900 tra dipendenti e dirigenti è la più cospicua del Lazio, almeno a livello numerico. Tanto per intendere l’ordine di grandezza, la Direzione Sanità Lazio conta a mala pena 600 dipendenti. Le due Direzioni, quella dei Parchi e quella dei Rifiuti, sono state fuse una insieme all’altra, ora verranno ri-spacchettate di nuovo, quindi Consoli tornerà a guidare solo i Parchi, mentre un nuovo super-dirigente prenderà in mano solo i Rifiuti. L’Ufficio regionale è quello – in sintesi – per cui dovranno passare tutti i progetti che riguardano un settore divenuto decisamente incandescente, specie a Roma, Latina e rispettive province, da tempo in difficoltà. Vito Consoli resterà in carica solo il tempo necessario che entri in carica il suo successore, poi darà l’addio all’Ufficio Rifiuti Lazio.
“TRA PROCESSI E QUERELE, UFFICIO RIFIUTI LAZIO SI È SPOPOLATO”
A pesare su Vito Consoli e a spingerlo al precoce addio sarebbero state le “troppe deleghe e quindi il troppo lavoro” che la Giunta Zingaretti bis gli avrebbe affidato. Così ci raccontano fonti regionali qualificate che hanno raccolto alcuni suoi sfoghi, ma che preferiscono non comparire. Per non parlare, poi, delle “pressioni politiche, continue e costanti” che lo avrebbero soffocato. Oltre, poi, alle “numerose querele di cui è divenuto oggetto, che spaziano dall’abuso di ufficio al falso in atto pubblico, dallo sviamento di potere alla omessa bonifica di discarica, specie in relazione alla discarica di Albano, con il rischio di fare la fine dei predecessori”. Del resto, l’Ufficio Rifiuti Lazio tra processi, arresti e querele varie si è “letteralmente spopolato – così ci spiegano le stesse fonti regionali qualificate – passato dai 50 tra dirigenti e dipendenti del 2014, ai 10 o al massimo 12 attuali. C’è una sorta di fuggi fuggi generale”. Difatti anche Flaminia Tosini (ai vertici dell’Ufficio Rifiuti Lazio per 7 lunghi anni prima dell’arrivo di Consoli) era a sua volta entrata in servizio a marzo 2014 solo dopo che Luca Fegatelli e Raniero De Filippis (ex responsabili dell’Area Rifiuti e Territorio del Lazio) erano finiti in manette nell’ambito del cosiddetto ‘processo Cerroni’ che travolse Manlio Cerroni, grande imprenditore del settore, e alcuni suoi fedelissimi collaboratori.
GUALTIERI E ROMA
“Con un po’ di malizia – aggiungono le nostre fonti regionali qualificate – si potrebbe anche pensare che la presenza di Gualtieri a Roma abbia suggerito di rilanciare l’Area Rifiuti che non funziona. Consoli, forse, ha speso troppe energie a barcamenarsi per mantenere gli equilibri politici tra Massimiliano Valeriani (assessore ai Rifiuti del Lazio, ndr), Marta Bonafoni (consigliera regionali di centro-sinistra, ndr) e Roberta Lombardi (assessora alla Transizione Ecologica del Lazio, ndr) che ad occuparsi del problema rifiuti di Roma, Latina e dintorni ed è rimasto senza fiato”.