Al centro dell’omelia di mons. Crociata, la figura di Giuseppe che, di fronte all’imprevisto, si fida di Dio, vedendone l’agire proprio nella maternità di Maria. L’umanità di Giuseppe si manifesta, prima della rivelazione in sogno da parte dell’angelo, nell’iniziale scelta di ripudiare Maria, ma di farlo in segreto, per non esporla al pubblico disprezzo. Giuseppe ha avuto “timore” di Dio, nel senso etimologico di “rispettare” la volontà di Dio, affidandosi totalmente a Lui. Anche noi nella nostra vita ci troviamo ad affrontare l’imprevisto, talora devastante.
“Quell’imprevisto va letto come occasione di vivere con fede e nella fede, ma anche laicamente come momento per riprendere in mano la nostra vita e i nostri progetti, facendo emergere il meglio che è in noi”. Queste le parole di mons. Crociata. Parole che sottolineano il senso profondo dell’obbedienza della fede, che scaturisce dalla fiducia che riponiamo in Dio e dalla certezza che Lui sarà sempre con noi. Nell’omelia il pensiero è andato anche al ruolo della scuola, alla sua missione. “In una società che si accontenta del poco senza sforzo, la scuola ha il difficile compito di formare persone capaci di vivere pienamente la propria vita, facendo leva sui propri talenti e rifuggendo da qualunque scappatoia o piccolezza”. Ha aggiunto ancora mons. Crociata.
A conclusione della cerimonia, i ringraziamenti del dirigente Aldo di Trocchio a nome di tutto l’Istituto: “Grazie della Sua presenza che, in un momento così difficile per la Scuola, è stata occasione di vivere uno spazio privilegiato di serenità e di raccoglimento umano e spirituale”.
Mons. Crociata si è poi fermato al rinfresco organizzato dalla scuola e preparato da docenti e studenti dell’indirizzo alberghiero. Un momento di convivialità che ha arricchito ulteriormente il senso della presenza presso il San Benedetto di mons. Mariano Crociata.