Non si vedeva nulla: chi fece quella storica azione ricorda la paura di morire sotto l’attacco nemico. Della popolazione non v’era traccia. Né luci, cenni di vita. Il giorno prima gli americani avevano lanciato dei biglietti della grandezza di un dollaro, avvertendo dell’arrivo degli americani “così come fece Garibaldi”. La gente evidentemente non aveva compreso che si trattava di una liberazione, più che di un assedio, e si rintanò nelle case in stile coprifuoco. Solo l’indomani, quando al porto di Anzio arrivarono numerosi reparti di Rangers, la fanteria ed i paracadutisti, ci si rese conto di chi fosse arrivato. Iniziò così uno dei momenti più controversi della II Guerra Mondiale.
Lo sbarco, insomma, fu in quella che nelle mappe militari venne identificata come X Ray Beach. Oggi quella spiaggia è rimasta nel perimetro del poligono militare di Nettuno, intatta come era 70 anni fa. Avere la fortuna di poterla visitare significa tornare indietro nel tempo ed immaginare quel 22 gennaio 1944. Sul bagnasciuga c’è ancora una traccia dello sbarco. Un mezzo anfibio rimasto insabbiato e che nessuno ha mai provveduto a rimuovere. Affiora dall’acqua in maniera quasi impercettibile, come un monumento spontaneo al ricordo di quegli eventi che cambiarono il corso della storia.