Il rimpasto che non si riesce a fare per via delle difficoltà di accontentare tutti i partiti, la situazione nazionale così precaria non aiuta, le ambizioni di alcuni che mortificano il bene comune e il sindaco Di Giorgi che deve rispondere ai tanti che lo tirano per la giacchetta tiranneggiandolo a colpi di rinfacci di risultati elettorali. Un vero caos quello che si registra al Comune di Latina, dove non si riesce a sostituire da un anno l’assessore al bilancio , quel Pasquale Maietta divenuto onorevole ormai un anno fa; dove pare che ormai la presidenza del consiglio resterà a Calandrini (passato a Fratelli d’Italia) se il sindaco offrirà a Forza Italia due poltrone. Di Giorgi pare che sacrificherà Orazio Campo, titolare di una delega all’urbanistica doppione e Marco Picca assessore al commercio e attività produttive.
Al posto di Picca entrerebbe Angelo Tripodi e la delega di Campo, romano sacrificato all’altare degli interessi pontini, si trasformerebbe finalmente in un assessorato alla cultura. Il clima che si respira è davvero livido: saltano continuamente commissioni e consigli comunali per mancanza di numero legale, i musi lunghi sono all’ordine del giorno, gli sfoghi nei corridoi non si contano più. Ne approfitta l’opposizione. «Non è cambiando le persone che si potranno dare un’anima e un progetto ad una maggioranza che non ne ha mai avuti» sottolinea il capogruppo Giorgio De Marchis, per il quale servirebbe qualcosa di diverso, ovvero «un rimpasto delle idee prima che un rimpasto delle persone. Sarebbe opportuno – aggiunge il consigliere democratico – che Di Giorgi ci dicesse una volta per tutte come vuole affrontare i nodi della città, a partire dal progetto della metropolitana leggera per arrivare alla definizione di questioni aperte quali le terme di Fogliano e la Società Logistica Merci, nodi che come opposizione ci faremo carico di portare all’attenzione del consiglio comunale nei prossimi mesi con la speranza che questa maggioranza, incapace di produrre scelte amministrative per la città, abbia almeno la responsabilità di garantire i numeri necessari al funzionamento della macchina amministrativa. In caso contrario – conclude De Marchis – più che di rimpasto sarebbe opportuno prendere in considerazione l’ipotesi di uno scioglimento anticipato della consiliatura».