Una stazione fuori dal mondo, lontana dalla città, isolata e completamente priva di servizi. è lo scalo ferroviario di Santa Palomba, a Pomezia, dove quotidianamente transitano oltre tremila pendolari, la maggior parte diretti a Roma. I bagni pubblici, presi d’assalto dai vandali circa un anno fa, dovevano essere sistemati e restituiti ai passeggeri, almeno così avevano garantito da Ferrovie dello Stato. Invece i lavori non sono mai partiti, le porte dei bagni sono state addirittura saldate e i pendolari che in attesa del treno – magari anche in ritardo – hanno necessità di fare pipì, sono costretti a trattenersi fino all’arrivo a Termini, oppure – in caso di urgenza – a “elemosinare” una toilette bussando all’ufficio controllo traffico ferroviario. L’unico bar a pochi metri dall’entrata della stazione – gestito dell’ex circolo dopolavoro ferrovieri – è infatti chiuso da un paio di anni e nulla fa presagire una sua riapertura a breve. Insomma se un passeggero accusa un malore all’interno dello scalo, deve augurarsi che passi in fretta oppure deve chiamare il 118 dal proprio telefonino. Il centro di Pomezia si trova a una decina di chilometri dalla stazione, mentre a circa seicento metri, vicino al parcheggio realizzato dal Comune di Pomezia, c’è una tavola calda: unico locale pubblico in mezzo alle industrie e al degrado. Come se non bastasse il 15 dicembre Trenitalia ha modificato gli orari, aggiungendo ulteriori disagi ai pendolari di Pomezia che lamentano di dover rientrare a casa troppo tardi. Per questo hanno annunciato di voler promuovere una raccolta di firme per chiedere il ripristino di alcuni treni. Oltre alla mancanza di servizi i pendolari devono fare i conti anche con la scarsa sicurezza. I carabinieri un paio di anni fa – dopo alcune aggressioni – avevano organizzato dei controlli serali, «ma sono durati solo due mesi – spiegano i passeggeri – e poi non si sono più visti. è sparito anche il servizio di vigilanza privato, presente fino a fine novembre».
15/01/2014