Manuela Arcuri mamma: come ti stai preparando?
«Una donna nella sua vita pensa in continuazione a quando aspetterà un figlio. Ma nessuna idea che si fa prima può essere paragonabile a ciò che andrai a vivere. Puoi avere una vaga idea. Finché non senti che qualcosa si muove dentro, i calcettini… solo provandolo lo puoi capire… è meraviglioso che noi donne possiamo sentire questo. E non posso immaginare cosa accadrà dopo, quando lo avrò tra le braccia: da lì comincerà una nuova avventura, forse ancora più emozionante e complicata. Tuttavia sono pronta a fare la mamma! Sarà difficilissimo, ma mi piace affrontare nuove sfide, nuove prospettive».
Ti farai aiutare da tua mamma?
«Mi ha detto che da aprile si trasferisce da me. Dopodiché prenderà un’aspettativa dal lavoro e si dedicherà a noi. È il primo nipote sia per la mia famiglia che per quella del mio compagno, Giovanni». Se ripensi a te piccola, cosa pensi che non vorresti che tuo figlio combinasse? «In realtà vorrei che fosse come me, perché ero una bambina buona, molto timida, non ero vivace. Ero anche molto controllata, visto che ho due fratelli maggiori gelosi. Sono stata sempre coccolata. Non ho creato problemi. Spero che il mio piccolo sia buono, che mangi e dorma, soprattutto all’inizio».
Sei amatissima dal pubblico: quanto pensi che, tuttavia, la bellezza abbia influito negativamente sul giudizio della critica?
«Non si associa mai la bellezza alla bravura. Si parte con 1000 pregiudizi. Ho dovuto, nell’arco della mia lunga carriera, dimostrare sempre il doppio. Si fermavano tutti all’aspetto fisico. Dovevo dimostrare che c’era qualcos’altro. Ricordo che quando giravo i primi film il regista veniva da me e diceva “Ah, ma sei anche brava!”. Non se lo aspettavano, comunque fa parte del mio lavoro. E questo ha reso tutto più emozionante: raggiungere degli obiettivi, senza dare nulla per scontato. Va bene così».
Latina produttrice di talenti. Che rapporti hai con la tua città natale?
«Io torno sempre a Latina. Nel fine settimana, torno da mia mamma e poi ci sono gli amici di ieri che sono anche di oggi. E poi ho casa nella mia città. Adesso vado un po’ di meno, perché aspetto. Latina è la mia città che mi ha visto crescere, è la mia tana. Quando voglio scappare dal caos di Roma, me ne vado dalla mia mamma. Per me Latina è fondamentale!». Angela Iantosca