Un 25 aprile che per l’Italia rappresenta la liberazione dal nazifascismo, ma che per alcuni cittadini significa commemorare ragazzi che sono stati uccisi non dai nazifascisti, ma dai liberatori subito dopo lo sbarco di Anzio nel 1944. Ragazzi che avevano scelto di continuare a stare dalla parte della loro Nazione, spesso eseguivano semplicemente ordini. Sono morti loro, così come sono morti anche soldati che combattevano insieme ai soldati inglesi ed americani.
L’Associazione Nazionale Partigiani di Aprilia ha scritto in questi giorni una lettera al Prefetto chiedendo spiegazioni su quanto accade a Campoverde nel giorno della festa della liberazione. L’anpi sostiene di voler andare fino in fondo in questa “resa delle istituzioni repubblicane a questo muro di gomma costruito con la logica aberrante della libertà di pensiero tra fascisti e antifascisti, dei morti tutti uguali”.
Lo scorso anno ci fu una interrogazione parlamentare sul 25 aprile di Aprilia. Il senatore di Sel Massimo Cervellini contestava l’inopportunità di tale manifestazione, la risposta che arrivò dal Governo fu che “La cerimonia si è svolta senza interruzioni e il dispositivo di ordine e sicurezza pubblica predisposto per l’occasione ha evitato che si registrassero momenti di tensione. Il prefetto e il questore di Latina, garantendo lo svolgimento di entrambe le manifestazioni in un’adeguata cornice di sicurezza, hanno realizzato un equo contemperamento dei vari interessi giuridicamente rilevanti in gioco e, così operando, si sono mossi nel solco dei principi costituzionali e delle disposizioni del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, che delimitano i poteri delle pubbliche autorità in occasione dell’indizione di manifestazioni pubbliche”.