Tre anni di indagini che hanno portato ad accertare l’esistenza di una vera associazione criminale operante nel pontino e con ramificazioni a Roma, dedita al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. La gang criminale favoriva l’ingresso in territorio nazionale di cittadini extracomunitari con regolare invio telematico da parte dei datori di lavoro: in realtà, le numerose richieste di nulla osta inoltrate erano state effettuate con l’unico fine di guadagnare sui cittadini extracomunitari, i quali, per poter ottenere la richiesta nominativa da parte del datore di lavoro, indispensabile per il ritiro del visto d’ingresso, erano disposti a pagare ingenti somme di denaro, variabili dai 5000 ai 15.000 euro.
Infatti, una volta ottenuto sul passaporto l’apposizione del visto, lo straniero entrava ”apparentemente in regola” nel territorio nazionale superando i controlli presso gli aeroporti, dopodiché se ne perdevano le tracce, rimanendo così nella clandestinità e prestando lavoro privi di qualunque tutela, anche per pagare le grosse cifre di denaro necessarie per ottenere i documenti. Le indagini hanno acclarato che in un primo momento erano stati coinvolti ignari datori di lavoro di cui venivano contraffatti i documenti di identità e delle rispettive aziende; successivamente, dopo l’avvio dell’attività investigativa sulle contraffazioni, l’associazione si è avvalsa di datori di lavoro compiacenti.
Il numero delle istanze inoltrate da ciascun datore di lavoro era talmente elevato da non trovare alcun fondamento né per la realtà produttiva locale né per il volume degli affari delle aziende coinvolte. Per poter superare i controlli degli Uffici competenti l’organizzazione era in grado di depositare tutta una serie di documentazione falsa che rendeva impossibile un efficace controllo da parte degli uffici competenti, i quali, indotti in errore, rilasciavano parere positivo per ciascuna pratica, incrementando essi stessi il fenomeno criminale.
Durante le indagini, dirette dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, sono state vagliate le posizioni di circa 2000 stranieri, per un giro d’affari di svariati milioni di euro.