L’indagine è partita dal controllo di alcune spedizioni in arrivo dall’Indonesia e da Singapore apparentemente regolari, in quanto corredate dalla documentazione doganale e dalle certificazioni CITES necessarie per l’importazione nel territorio di San Marino. I pesci e i coralli, però, grazie alla compiacenza di un grossista di Monterotondo, non sarebbero mai arrivati all’azienda di San Marino destinataria della spedizione, ma dirottati su tutto il territorio nazionale, in violazione delle procedure previste dalla normativa di settore italiana ed internazionale.
Per questi motivi, i 6 presunti responsabili, compreso il titolare della società di vendita all’ingrosso di Monterotondo, sono stati denunciati, a vario titolo, per i reati di maltrattamento di animali, violazioni alle leggi e regolamenti inerenti l’importazione e commercializzazione di specie animali protette dalla Convezione di Washington, nonché contrabbando aggravato.
Il gruppo criminale smistava gli esemplari nei pressi dell’area Cargo City di Fiumicino: gli animali avrebbero così continuato il loro viaggio in diverse destinazioni sul territorio italiano, senza il minimo rispetto delle procedure inerenti il trattamento e la movimentazione di fauna tropicale. Destinatari erano anche alcuni negozi di acquariologia in provincia di Latina e Roma, tra cui tre negozi di Pomezia.
L’operazione ha permesso di evitare che migliaia di coralli e pesci tropicali vivi potessero essere acquistati da inconsapevoli acquirenti, soprattutto a ridosso del periodo natalizio, ignari della frode doganale alla base delle operazioni di vendita.
Tutti gli esemplari sono stati salvati e trasferiti in sicurezza presso l’Acquario di Livorno ed il Museo di Storia Naturale di Calci (Pisa), specializzati nella cura e sostentamento di questi animali.