Tre processi nel giro di due mesi. Inizio d’anno difficile per Gianluca Faraone, dirigente comunale di Nettuno, che dovrà affrontare per tre volte appunto la Corte dei Conti, rischiando la condanna a pesanti risarcimenti per presunti sperperi subiti dall’ente di cui è dipendente. Il giudizio più pesante è quello per le assunzioni alla Poseidon, per cui gli inquirenti contabili hanno ipotizzato un danno milionario e a maggio disposto anche il sequestro dei beni dell’ex sindaco di Nettuno, Alessio Chiavetta, dello stesso Faraone, dell’ex presidente della Poseidon, Venanzio Cretarola, e dei tre componenti dell’allora collegio dei revisori dei conti, Michele Scognamiglio, Barbara Scoppetta ed Ermanno Cicchetti. I sei dovranno comparire davanti ai giudici contabili del Lazio il prossimo 17 marzo. La società partecipata dal Comune del Tridente divenne pienamente operativa nel 2008, quando l’amministrazione retta dal sindaco Chiavetta, con una serie di atti, si liberò della Nettuno servizi, società che si occupava della riscossione tributi. Secondo gli inquirenti contabili, la decisione di assumere del personale nella partecipata Poseidon arrecò però all’ente locale un danno erariale di oltre 3,9 milioni di euro. Nella stessa data Gianluca Faraone dovrà poi essere giudicato dalla Corte dei Conti del Lazio anche per un’altra ipotesi di danno erariale, legata alla precedente, per cui il dirigente comunale è stato mandato a giudizio insieme a Letizia Graziosi. E il 28 gennaio, sempre il dirigente comunale, dovrà rispondere di danno erariale insieme a Giorgio Tomassetti, ex comandante della polizia municipale di Nettuno, per la vicenda della gara relativa ai parcometri, per cui in passato venne ipotizzata la turbativa d’asta. Tre procedimenti tutti nati da indagini portate avanti dalla Guardia di finanza di Nettuno durante le consiliature Chiavetta.
05/01/2016