Commemorata ad Albano, la tragica battaglia di Villa Doria, avvenuta nel settembre del 1943, presenti oltre al presidente Anpi Ennio Moriggi e molti cittadini anche l’ultimo reduce di quel tragico evento. Tullio Coraggio, un baldo nonnetto nato a Sora il 30 settembre 1921, che si arruola giovanissimo nel CSIR Corpo di spedizione italiano in Russia nella Divisione Torino 81° Reggimento fanteria con la qualifica di mitragliere, dopo la campagna di Russia, la divisione Torino viene sciolta e inglobata con la divisione della famosa Brigata “Piacenza” e collocato nella Villa Comunale di Albano laziale. Ora vive a Roma con i figli e nipoti. Dopo la guerra si arruola in polizia e si congeda nel 1981 col grado di Maresciallo Maggiore scelto con incarichi speciali. Ancora conserva le foto con la sua mitragliatrice Breda 37 e con la divisa dell’81esima Fanteria durante la campagna di Russia . L’altra mattina ad Albano, sul luogo della tragica battaglia contro i nazifascisti tedeschi a Villa Doria, l’attuale Parco Comunale, ha preso parte alla Commemorazione del 72esimo anno del tragico evento, come fa’ tutti gli anni insieme ai Partigiani dell’ Anpi . Il ricordo di quel terribile scontro è ancora vivo in lui, molto nitido, ricorda quando passando vicino a molti corpi senza vita dei suoi compagni di Brigata, riuscì a scappare, come unico superstite di quel gruppo, dirigendosi verso il vicino Parco della Rimembranza a piedi tra la folta vegetazione e gli arbusti incolti, tra le rovine della sanguinosa Guerra. Oggi a 94 anni vive sereno a Roma con la sua famiglia e quando può torna sempre nella sua Sora, per salutare alcuni parenti e amici che ancora conserva nel cuore e per farsi una passeggiata lungo il fiume Liri e il centro storico dove crebbe e passò l’adolescenza . Tullio Coraggio ha tre figli Saverio Vincenzo e Claudio e quattro nipoti. Ama suonare le tastiere tra cui una bellissima antica fisarmonica e un piano elettrico regalatogli dai nipoti .Appena può si mette a lavorare il legno visto che proviene da una famiglia di falegnami ,il papà Vincenzo aveva una fabbrica di mobili nel centro di Sora. Quando va in Ciociaria si ritrova con i fratelli e le sorelle rimaste da una numerosa famiglia (undici fra sorelle e fratelli) e da qui numerosissimi nipoti, che lo attendono sempre con gioia. Ad Albano durante e dopo la celebrazione dei numerosi morti di quella battaglia del 43, ha emozionato tutti i presenti con i suoi racconti ancora molto nitidi nella sua memoria. La storia dal vivo, raccontata da un personaggio che li ha vissuti sul posto quei tragici e bui momenti della storia umana, dilaniata dalla follia della guerra.
11/09/2015