Si tratta di dati soggetti dalla legge italiana alla pubblica consultazione quotidiana, e quindi la loro assenza non può testimoniare in tempo reale come dovrebbe – e dunque utile per agire – se i valori di elementi inquinanti abbiano superato la soglia prevista per legge, minacciando la tutela della salute pubblica onde prendere i dovuti provvedimenti.
Ad Aprilia, al 6 febbraio 2022, per il sesto giorno consecutivo, i dati dei PM 10 della centralina dell’Arpa Lazio che doveva certificare la qualità dell’aria sono risultati indisponibili, mentre gli altri indici erano pure molto al di sopra dei valori consigliati dall’Oms e, comunque molto vicini al limite fissato dalla legge italiana.
Il quadro normativo italiano di riferimento (il d.lgs n.155/2010), indica la soglia di sicurezza entro i valori giornalieri soglia di PM 10 di 50 µg/m3 da non superare più di 35 volte per anno civile
«I controlli che sto portando avanti non si fermeranno, visto che nessuno si è occupato e preoccupato di quanto stava avvenendo, vogliamo capire di chi sia la responsabilità e cosa sia accaduto e stia accadendo a Gaeta e ad Aprilia», conclude Trano.