Nell’omelia di ieri, domenica 28 novembre, don Antonio Salimbeni – parroco delle due parrocchie di Albano-Cancelliera ed Ariccia-Fontana di Papa – è tornato sui temi della cura dell’ambiente e del rispetto del creato, come strumento per uscire dal proprio isolamento egoistico che ci rende disumani. “Cari fratelli e sorelle – ha sostenuto don Antonio Salimbeni dinanzi ai propri fedeli – cari amici nella fede, cari catechisti, cari collaboratori, partecipanti ai gruppi dei lettori, al gruppo liturgico, al gruppo delle famiglie, genitori dei bambini che partecipano alla catechesi, coro, e tutti gli operatori pastorali, come avevo già detto, nel tempo dell’AVVENTO, avrei condiviso con voi brevi meditazioni sulla parola di Dio; ecco che, anche oggi, voglio prendermi cura di Voi proprio con la Parola del Signore. Prendendo spunto dal Vangelo di Matteo, capitolo 8, versetto 7: “Gesù gli disse: verrò e lo guarirò”, mi voglio soffermare sulla CURA, quella dimensione che ci rende PADRI, MADRI e più in generale ESSERI UMANI. La cura è quell’atteggiamento che ci permette di uscire da noi stessi, dal nostro egoismo, dal nostro isolamento. Tutto quello che non è umano tende a preoccuparsi unicamente, in modo istintivo della propria sopravvivenza; vivere solo per sé stessi è un atteggiamento, e lo dico con tanto rammarico, DIS-UMANO. Invece, quando ci prendiamo cura di qualcun altro, di una persona a noi prossima, di un figlio, di una figlia, di un amico od un’amica, di una sorella di un fratello, di un papà, di una mamma, di chiunque ha, in questo momento, bisogno di noi, quando ci prendiamo cura di quel che ci circonda, del Creato, della natura, cresciamo nella nostra umanità, diventando sempre più PADRE e MADRE di tutto quello di cui ci prendiamo cura. E, siccome, Dio è, per eccellenza, Colui che cura l’Universo e l’umanità intera, essendo no stati i creati a Sua immagine e somiglianza, con la crescita in questo atteggiamento, in questo stato d’animo, possiamo arrivare a sperimentare anche qualcosa di DIVINO, crescendo nella somiglianza a Lui, che ha a cuore tutta l’umanità e a Maria, madre di Gesù, il cui cuore arde per ciascuno di noi; Lei, a cui Gesù, mentre era sulla Croce, ha affidato tutta l’umanità: “Donna, ecco tuo figlio!”. In questo tempo di attesa, di preparazione, quindi, cerchiamo di prenderci cura di qualcuno tramite un gesto, una parola, un servizio. In questa prima settimana del cammino dell’Avvento vi abbraccio e vi sono vicino con la preghiera; come io vi accompagno con essa, così voi pregate per me. Di cuore Vi benedico. Amen. Don Antonio”.
29/11/2021