Dopo il successo della prima edizione, conclusa con la pubblicazione di un’antologia composta da 14 racconti, “Storie di Città” si rivolge non più ai soli abitanti dei quartieri Nascosa e Nuova Latina (ex Q4-Q5), ma a tutta la città.
Partner dell’iniziativa il collettivo di promozione culturale NUR – Luce sulle idee e Botteghe Invisibili Edizioni.
NUR è un collettivo di promozione culturale composto da artisti ideatori e promotori di eventi che coinvolgono varie forme d’arte. Nell’ambito del collettivo, nasce il progetto editoriale Edizioni Botteghe Invisibili, dall’omonima compagnia teatrale, attiva sul territorio dal 2006.
Come si partecipa al concorso
Potranno partecipare al concorso autori di qualsiasi età, con e senza esperienza, ovunque residenti.
Sarà possibile candidare fino a due racconti a tema libero, di pura invenzione o ispirati a eventi reali.
L’obiettivo del concorso è quello di permettere agli abitanti di Latina di raccontare la loro città da diversi punti di vista, abbracciandone tutto lo spazio, dai luoghi più conosciuti e iconici a quelli meno frequentati e inaspettatamente speciali.
Anche quest’anno verrà pubblicata un’antologia contenente i migliori racconti. È prevista, inoltre, una cerimonia di premiazione.
Regolamento e scheda di iscrizione alla seconda edizione del concorso Storie di Città possono essere scaricati sul sito di Quartieri Connessi.
Il vincitore gira in Q4 un corto ispirato al racconto. Intervista a Nicolò De Simoni
Noi del Caffè abbiamo intervistato Nicolò De Simoni, vincitore della prima edizione del concorso letterario “Storie di città”.
È un giovane di 26 anni, amante del cinema sin dalla tenera età. Si è formato alla Libera Università del Cinema, ha frequentato corsi di cinema, analisi filmica, critica cinematografica, sceneggiatura e videomaking ed ha lavorato su diversi set cinematografici.
Il suo racconto “Odi et amo” sta per tramutarsi in cortometraggio, girato interamente nel quartiere Nuova Latina (ex Q4), dove è ambientata la storia.
Come arrivi al concorso “Storie di città”? È stata una prima esperienza di scrittura o sei solito partecipare a iniziative simili?
“Conoscevo già la realtà di Quartieri Connessi tramite il Festival del Cortometraggio Pontino che si tiene nel quartiere Nuova Latina (ex Q5) d’estate. Prima di essere autore cinematografico, sono stato scrittore nel mio personale.
Scrivo da quando ho 13 anni, ma sempre e solo per me stesso. Per aprirmi al pubblico ho aspettato il momento giusto che è stato questo concorso. Mi è servito per dimostrare a me stesso che le mie storie possono arrivare a tanti e trasmettere loro qualcosa”.
Qual era lo scopo del concorso? E i premi in palio?
“Lo scopo del concorso era quello di valorizzare i quartieri Q4 e Q5, raccontando storie vissute o inventante all’interno dei loro spazi.
I vincitori hanno avuto la possibilità di essere pubblicati all’interno dell’antologia “Storie di città” e di intervenire in tre serate di presentazione del libro, prendendo parte a dibattiti ed interviste”.
Di cosa parla il tuo racconto e dove è possibile leggerlo?
“Odi et amo” si può leggere all’interno di quest’antologia, al momento reperibile sul sito della Feltrinelli.
Racconta una storia di amore e odio per questi quartieri, notoriamente di periferia.
Protagonisti due ragazzi che vagano di notte per scacciare i pensieri, parlando del futuro e riflettendo sul passato. Il clima è di nostalgia di un’infanzia vissuta.
D’un tratto, notano illuminarsi una misteriosa finestra. Da lì nasce la curiosità morbosa di capire cosa ci sia all’interno. La finestra poi diventa l’espediente per raccontare la stessa storia.
Per lo stile narrativo mi sono ispirato a “Il giovane Holden” di J.D. Salinger, un libro che mi ha cambiato il modo di guardare la vita.
Dove sono state effettuate le riprese del corto? Sono terminate? Dove sarà possibile vederlo?
“Le riprese sono terminate da due settimane e stiamo lavorando al montaggio. Il corto è stato girato interamente nei quartieri Nascosa e Nuova Latina, proprio per rimanere fedeli al significato della storia. Tra i luoghi chiave, il Parcheggio di via Locatelli e il Centro Lestrella.
Sono certo che al corto verrà riservato uno spazio nella rassegna estiva di Quartieri Connessi. Ci stiamo muovendo per ottenere qualche proiezione anche nelle sale cinematografiche della città”.
Fai un invito ai giovani per la seconda edizione di “Storie di città”. Perché dovrebbero partecipare proprio loro?
“Ritengo sia molto importante che proprio i giovani partecipino ad iniziative come questa.
Latina è piena di artisti che hanno voglia di fare, ma non esiste un punto di riferimento per farli conoscere, prima ancora che per presentarli al pubblico.
I giovani, poi, sono i primi che criticano la città, laddove criticare non significa necessariamente disprezzare: a volte, si critica per suggerire uno scenario migliore, ma poi bisogna assumersi la responsabilità di essere parte di quel cambiamento.
Lo strumento del racconto presuppone una riflessione. Questo concorso può essere l’occasione per dare forma alle proprie idee e regalarle alla comunità.
E nessuno è escluso da questo processo, perché l’arte si crea e trasforma all’infinito, come nel caso di questo racconto diventato cortometraggio.
È giusto che i giovani si mettano in gioco e si facciano vedere. Sono loro il futuro della città e del mondo”.
Il cinema è notoriamente un settore difficile in cui fare carriera. Cosa ti spinge ad investire?
Non si può neanche immaginare l’importanza dell’incoraggiamento degli adulti per il futuro dei giovani. In questo senso, l’alleanza intergenerazionale è fondamentale.
Poco prima di andarsene, mio nonno mi ha detto di perseverare, se veramente il cinema fosse stata la mia passione. Quelle parole sono come un mantra per me.
È importante sapere di avere qualcuno che ai tuoi sogni crede insieme a te. Al di là di tutto, è la mia più grande passione.
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