Il TAR PROMUOVE I DIRIGENTI
Nel 2015 il Tar del Lazio aveva accolto gran parte delle ragioni della Direr, accertando la “violazione – si legge nella sentenza del Tar – della percentuale dell’8% di assunzione di dirigenti esterni rispetto alla dotazione organica di 240 dirigenti di ruolo, ovvero 19 dirigenti esterni, a fonte di 38 avvisi di ricerca all’esterno. Il reclutamento era avvenuto senza che l’Amministrazione avesse effettuato un’adeguata programmazione triennale e annuale del fabbisogno di risorse umane, quale atto fondamentale e preliminare di reclutamento del personale (…) e prima procedere all’interpello non solo del personale dirigenziale ma anche dei funzionari direttivi in possesso dei requisiti richiesti ”.
Il RIBALTONE
Nel 2017 il Consiglio di Stato, secondo grado della Giustizia Amministrativa, pur accogliendo le ragioni dei dirigenti aveva però annullato la sentenza precedente e dichiarato la Giustizia Amministrativa incompetente a trattare la vicenda. Rinviando il contenzioso al Tribunale Civile di Roma. Il Consiglio di Stato afferma che numerose sentenze della Cassazione hanno “dichiarato a più riprese la giurisdizione del Giudice civile (e non di quello amministrativo, ndr) nelle controversie relative al conferimento a soggetti esterni di incarichi dirigenziali”.
LA ‘BATOSTA’ IN CASSAZIONE
Nelle sentenze del 13 novembre della Cassazione i giudici scrivono: “Le ragioni della Direr sono fondate e meritano di essere accolte (…) nel merito, anche il ricorso è fondato alla luce di queste considerazioni, il ricorso deve essere accolto spettando la Giurisdizione al Giudice Amministrativo; la sentenza del Consiglio di Stato deve essere quindi cassata, con rinvio al Consiglio di Stato in diversa composizione”.
NO A DIRIGENTI ESTERNI
Roberta Bernardeschi, Segretaria Direr della Regione Lazio dichiara: «Queste sentenze rappresentano una sfida per la Giunta Regionale Zingaretti bis che solleciteremo al rispetto dei criteri e limiti esplicitati dalla Suprema Corte. Fino a pochi giorni fa, su 206 dirigenti in servizio, ben 57 erano dirigenti esterni – sottolinea – ben oltre il limite dell’8% imposto dalla legge: questo è semplicemente inaccettabile! La spesa annua extra che grava sui cittadini si aggira intorno ai 6 milioni di euro. Come sindacato sosteniamo da tempo di ridefinire in modo organico e funzionale l’assetto organizzativo riducendo la dotazione organica dirigenziale, mantenuta ad oltre 260 dirigenti solo per poter aumentare le percentuali di esterni, e valorizzando i funzionari dei ruoli regionali. Per di più, manca trasparenza: il sito internet, rispetto al periodo Marrazzo-Polverini, sembra fatto apposta per nascondere i dati relativi proprio agli elementi relativi ai dirigenti esterni. A questo punto, non c’è che da augurarsi che producano effetto le segnalazioni che abbiamo inviato alla Procura della Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica”.
«OGGI GLI ESTERNI SONO 78»
Ma non sembra che la Giunta Zingaretti abbia capito la lezione della Cassazione. Tre giorni dopo la pub’blicazione delle due sentenze, “con la deliberazione della Giunta Zingaretti bis n.676 del 16 novembre – aggiunge la dottoressa Bernardeschi – la Regione ha assunto altri 21 funzionari esterni fiduciari, per una spesa ulteriore di 1 milione e mezzo di euro. Lo stratagemma utilizzato per dare corso a queste nuove assunzioni, si trova nelle nuove ‘disposizioni transitorie per l’adeguamento dell’articolo 49 della legge regionasle del 22 ottobre 2017 n.7’. Questa norma dela Giunta regionale – conclude la Bernardeschi – è incostituzionale, ma anche il Governo (nazionale, ndr) tace: perché?”
“CLAMOROSA VITTORIA”
Parla di “clamorosa quanto meritatissima vittoria per il Sindacato” Domenico Tomassetti, l’avvocato che ha difeso i dirigenti nei tre gradi di giudizio. Ad avviso del legale “le ricadute di queste sentenze sono notevoli sia sotto il profilo dei contenziosi ancora pendenti al TAR proposti dalla Direr. sia per tutta la Fedirets (Federazioni Dirigenti e Direttivi Enti Territoriali), per future azioni in materia di conferimento degli incarichi dirigenziali, in quanto l’affermazione della giurisdizione del Giudice Amministrativo apre uno spazio d’intervento al Sindacato che altrimenti sembrava precluso. Vorrei ringraziare la Direr Lazio (dr.ssa Bernardeschi) e la Direr Nazionale (dr.ssa De Paolis) per aver avuto la forza di insistere e di regalare a tutta la Fedirets un’affermazione che merita di essere degnamente pubblicizzata come un vero successo del(l’unico) Sindacato che difende la categoria dei dirigenti”.
La voce ‘controcorrente’ di un dirigente
«I politici, di tutti i colori e partiti – racconta a il Caffè un dirigente regionale che preferisce non comparire – pretendono spesso di ricorrere a dirigenti esterni e pilotabili, in Regione come nei Comuni. ‘Marionette’ che dicano velocemente “sì” a qualunque proposta provenga dalla parte politica. Noi dirigenti – aggiunge la fonte de il Caffè – non siamo sepolcri imbiancati. I dirigenti in servizio nella Regione Lazio sono ancora molti, per la precisione 206, forse troppi. Più di Emilia Romagna, Toscana e Lombardia, strapagati, con stipendi che oscillano tra i 70mila e i 120mila euro l’anno, a volte non troppo preparati. In alcuni casi raccomandati – aggiunge senza peli sulla lingua –. Certi concorsi sembrano ricalcare logiche di spartizione politica più che i principi di meritocrazia. Ma c’è da dire che con le norme attualmente in vigore – conclude – qualsiasi problema giudiziario, sia civile che penale, ricade sulle nostre spalle».