A conclusione di un’indagine protrattasi per diversi mesi, gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato di Albano, diretto dal vice questore Augusto Pallante, hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di due persone, F.F., di 43 anni, di Rocca di Papa e A.C, di 25 anni, appartenente ad una nota famiglia nomade della zona Romanina, ritenuti responsabili di concorso nel reato di tentata estorsione. Le indagini, avviate e seguite per alcuni mesi dal Commissariato di Albano con la collaborazione della Squadra Mobile, hanno avuto inizio a seguito della denuncia della vittima di una estorsione, che tra settembre e novembre aveva subìto ripetute richieste, con minacce di morte, di 40.000 euro, non andate a buon fine grazie all’attività posta in essere dagli investigatori della squadra anticrimine del Commissariato di Borgo Garibaldi. La vicenda, in realtà, ha una origine più lontana, che vede come protagonisti personaggi di spicco della nota famiglia nomade, emersi nell’ambito di un’estorsione che riporta alla ribalta una vicenda, nota alle cronache, della sparizione nel 2015 di alcuni gioielli custoditi nel caveau di un istituto bancario all’Appio Latino.In quell’occasione, un direttore infedele aveva sottratto gioielli, e molto altro, per un valore di 2 milioni di euro. Uno di quei gioielli era poi finito nelle mani di un noto pregiudicato dei Castelli Romani, F.F. il quale, attraverso un prestanome, aveva provato ad impegnarlo ad uno sportello bancario di pegni di Albano; il tentativo di ricettazione, tuttavia, non andò a buon fine e l’uomo fu arrestato. Alla fine dell’estate, lo stesso personaggio è riapparso, pretendendo 40.000 euro dalla medesima persona che, all’epoca, era stata coinvolta nella tentata ricettazione. La cifra richiesta era il corrispettivo di vari orologi, di grande valore, impegnati presso l’istituto di credito svaligiato nel 2015. L’attività investigativa, che si è avvalsa anche della tecnologia più innovativa, ha permesso di riscontrare le dichiarazioni rese dalla vittima, consentendo di individuare altre due persone, una delle quali è risultata appartenere alla nota famiglia rom. Nel corso delle indagini dei poliziotti di Albano sono anche emersi elementi riconducibili allo spaccio di stupefacenti nella zona dei Castelli Romani. Durante gli arresti, in un’abitazione di Frattocchie sono stati rinvenuti circa 80 grammi di cocaina e un bilancino di precisione nonché assegni, estratti di conti correnti e distinte di prelevamenti di numerose società intestate fittiziamente ai soggetti già oggetto di approfondimenti da parte della Guardia di Finanza di Velletri, nonché pc e cellulari. Il proprietario dell’abitazione, M.E., è stato quindi tratto in arresto per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, nonostante abbia tentato di disfarsi dello stupefacente gettandolo dalla finestra su strada, ma sotto c’erano gli agenti delle volanti albanensi pronti a ricevere il contenuto della posta “aerea”. Nel corso delle indagini, sono state perlustrate anche alcune abitazioni alla Romanina, essendo emerse infatti, sebbene in maniera più defilata, le figure di altri appartenenti al clan, il padre e il fratello dell’arrestato. Il primo veniva costantemente aggiornato sull’andamento e gli sviluppi delle situazioni estorsive, il secondo fungeva da factotum, sono in corso ulteriori indagini per accertare in maniera definitiva tutti i fatti malavitosi dei tre soggetti arrestati dalla polizia l’altro ieri all’alba. In un caso gli agenti dell’anticrimine sono dovuti salire su un tetto di una villa alto diversi metri nella zona di via dei Laghi a Rocca di Papa per impedire ad uno degli arrestati di scappare da una botola coperta da mattonelle e foratini che il soggetto F.F. pluri pregiudicato di 43 anni aveva preparato per una eventuale fuga.
08/12/2017