Ben 12.533 disoccupati al 31 dicembre 2013 con un tasso di disoccupazione che vola al 29%, ben 16 punti percentuali superiori al dato nazionale (12,7 % il tasso di disoccupazione nazionale). Ancor più grave il dato riferito ai giovani (età inferiore ai 30 anni) dove alla data del 31 dicembre 2013 2.125 giovani apriliani erano privi di un’occupazione con un tasso pari al 30%. Questi i dati allarmanti della disoccupazione ad Aprilia che si intrecciano con la chiusura di fatto del Centro Per l’Impiego Apriliano, ridotto da oltre un anno nelle sue funzioni laddove dovrebbe rappresentare strumento indispensabile per favorire l’occupazione nel nostro territorio. La statistica, peraltro, non tiene conto di tutti coloro che sono senza lavoro e non sono neanche iscritti al collocamento, fatto che potrebbe alzare di diversi punti la percentuale dei disoccupati.
“La farsa del Centro per l’Impiego di Aprilia ovvero quando la demagogia e le false promesse possono creare danni seri ad un territorio vasto ed importante come quello apriliano”, tuonano i consiglieri di centrosinistra Giovannini, Tomassetti e Porcelli. “Oggi, nei fatti Aprilia è stata privata di una struttura importante per molti di noi come i servizi per favorire l’occupazione e la riqualificazione in professionale in caso di perdita del posto di lavoro”. Quello che rimane del Centro per l’Impiego di Aprilia sono tre dipendenti che erogano i soli servizi di iscrizione con l’ovvia conseguenza che per i servizi più importanti, tra i quali l’iscrizione alle liste di mobilità, i servizi per l’occupazione dei disabili, le pratiche per gli stage formativi, le formalità relative alla Cassa Integrazione ordinaria e molti altri servizi per l’impiego, bisogna arrivare a Cisterna di Latina per poterne usufruire. Nessun risparmio è stato realizzato in termini di costo perché la struttura ad Aprilia continua a rimanere in piedi con i connessi costi di affitto e gestione ed il personale spostato a Cisterna con la conseguenza che oltre alla beffa, minori servizi per le aziende e i lavoratori apriliani, anche il danno di una mancata riduzione delle spese a beneficio della collettività.