Fa discutere la decisione della Conferenza dei Sindaci dell’ATO 4 Latina, che comprende tutti i comuni il cui servizio idrico è gestito da Acqualatina, di approvare le nuove tariffe del servizio idrico, che parlano di un aumento dell’8,4% per il 2022 e del 5% per il 2023.
Hanno votato a favore i Sindaci dei Comuni di Castelforte, Fondi, Formia, Gaeta, Latina, Lenola, Maenza, Minturno, Priverno, San Felice Circeo, Santi Cosma e Damiano, Ventotene; mentre hanno votato in maniera contraria i Sindaci dei Comuni di Amaseno, Bassiano, Cisterna di Latina, Cori, Pontinia, Sermoneta e Sezze. Astenuti i Comuni di Norma, Pontinia, Sonnino e Terracina. Assente Aprilia, così come non si sono presentati i Comuni di Anzio e Nettuno.
L’aumento è stato determinato da un riconoscimento di maggiori costi sostenuti dal Gestore per effetto di nuove disposizioni regolatorie imposte dall’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) in ottemperanza a specifiche sentenze.
I maggiori costi sono legati a tre fattori principali: il costo dell’energia, le morosità delle bollette non pagate dagli utenti inadempienti e il conguaglio per le annualità pregresse per il Canone ai Consorzi di bonifica.
IL DETTAGLIO
Nel dettaglio, i 42,2 milioni di euro sono composti da:
– 5 milioni di euro per il recupero dell’energia elettrica riferita all’anno 2021 come da deliberazione ARERA 229/2022;
– 13 milioni di euro a conguaglio per annualità pregresse per il Canone ai Consorzi di Bonifica come disposto con la sentenza del Tribunale di Roma sezione Civile n. 1031/2022;
– 9,1 milioni di euro di morosità già riconosciuti dalla Conferenza dei Sindaci con la precedente approvazione tariffaria;
– 7,6 milioni di euro relativi alla morosità riconosciuta dall’ARERA con la deliberazione n. 35/2017 per il periodo 2016-2019;
– 7,5 milioni di euro per nuove regole fissate dall’Autorità con la deliberazione n.639/2021, in ottemperanza a sentenze favorevoli ai gestori che riguardano precedenti periodi regolatori.
«AUMENTI CONTENUTI»
«Questi 42,2 milioni di euro di maggiori costi avrebbero potuto portare aumenti ancora più importanti della tariffa idrica. L’EGATO 4 Latina, per salvaguardare gli utenti, è intervenuto riconoscendo al gestore soltanto 13,5 milioni di euro, contenendo così l’aumento della tariffa. L’aumento delle tariffe era inevitabile, sta avvenendo in tutta Italia, non solo per la risorsa idrica. – spiega Umberto Bernola dell’Egato 4 Latina – Per questo siamo intervenuti con tutti gli strumenti a nostra disposizione per fare in modo che fosse il meno impattante possibile per gli utenti, pur nel rispetto delle indicazioni vincolanti dell’Autorità e dei Tribunali. Ringraziamo i Sindaci che hanno dimostrato grande senso di responsabilità».
Qualora non fosse stata approvata la nuova tariffa, l’attuale sistema regolatorio prevede che sia il Gestore a presentare una sua proposta tariffaria all’Arera. In tal caso, il Gestore avrebbe potuto richiedere un aumento della tariffa dell’8,45% per tutti gli anni fino al recupero completo dei 42,2 milioni di euro. Invece, grazie all’intervento dell’EGATO 4 Latina e della Conferenza dei Sindaci, l’aumento dell’8,45% è stato contenuto al solo 2022, abbassandolo al 5% già dal 2023».
I Comuni che hanno votato No ritengono invece che questo non fosse il momento per aumentare le bollette, ma di intervenire sul contenimento dei costi e delle dispersioni idriche, recuperando anche i soldi da chi non paga le bollette.
«DECISIONE SCELLERATA»
«Una decisione scellerata e incomprensibile – tuona il deputato pontino Raffaele Trano – che permette di aumentare i guadagni del gestore, e dunque di un privato peraltro illegittimo secondo referendum mai rispettato di 11 anni fa, a fronte di uno dei servizi pubblici più osceni di tutta Europa, con perdite idriche oltre il 70 percento, continui aumenti dei costi, mancati investimenti, continui finanziamenti pubblici, accuse di disastri ambientali, assenza di acqua ripetuta e continuativa nelle case dei cittadini della Provincia di Latina, acqua sporca quando c’è, gravi carenze agli impianti di depurazione, oltre 50 milioni di euro di introiti illegittimi mai restituiti, addirittura nel 2017 lasciavano girare i contatori con l’aria e oggi chiedono aumenti tariffari per i costi dell’energia che serve a pompe di sollevamento che non sollevano un bel niente visto che l’acqua la disperdono».
«PERCHE’ APRILIA NON C’ERA?»
«Ci domandiamo – spiega il segretario della Lega di Aprilia Salvatore Lax e il direttivo della Lega di Aprilia – chi dovrebbe difendere gli interessi dei cittadini di Aprilia se il sindaco Terra non si presenta quando vengono prese decisioni importanti. È un salasso che si aggiunge alla già difficile situazione economica in cui versano le famiglie per via della pandemia, della guerra in Ucraina, senza dimenticare la siccità di quest’ultime settimane. I cittadini stanno pagando per un servizio che fa letteralmente “acqua da tutte le parti”. Le reti di AcquaLatina hanno una dispersione pari a circa il 71% di media per tutto l’ATO 4 e un costo spropositato di energia elettrica per pompare acqua che va poi persa. Un’elevata morosità degli utenti e pochi investimenti per contenere le dispersioni nella rete idrica. (…) Sindaco Terra – ammonisce la Lega di Aprilia – le chiediamo di spiegare alla popolazione apriliana le ragioni che hanno portato lei a disertare una riunione importante, per tutelare gli interessi dei cittadini. Visto che non crediamo all’ipotesi di una mossa strategica in funzione delle prossime amministrative per scaricare su altri le sue responsabilità, le chiediamo di farlo in maniera pubblica, in un consiglio comunale ad hoc oppure in commissione trasparenza».