Accusati di aver fatto perdere al Comune di Pomezia oltre 70mila euro, affidando impianti di proprietà dell’ente a società sportive che svolgevano lì le loro attività senza pagare alcuna utenza, l’ex sindaco, due assessori, il segretario e due dirigenti comunali sono stati assolti dalla Corte dei Conti del Lazio. Dopo che gli inquirenti contabili avevano citato i sei a giudizio, nel febbraio 2008, alcune società hanno saldato il loro debito con il Comune, ad altre l’ente ha fatto causa e parte delle somme sono ormai cadute in prescrizione. Il giudizio si è così concluso con un’assoluzione generale e tanto ai politici quanto ai dirigenti sono state anche rimborsate ottocento euro a testa di spese legali. La vicenda prende le mosse dagli affidamenti temporanei, di due mesi in due mesi, tra il 2000 e il 2005, degli impianti sportivi comunali di piazza Moro e “La Macchiozza”. Prima di assegnare in concessione tali strutture, a Palazzo giungevano richieste da parte degli sportivi e alle società venivano affidati temporaneamente gli impianti, con l’impegno che le stesse società avrebbero provveduto a pagare luce, acqua e gas. Le utenze, intestate al Comune, non sarebbero però poi state pagate dalla “Indomita Pomezia”, “Torvajanica Rugby”, “Arcieri Pomezia”, “Bocciofila San Bonifacio”, “A.S. ICE Pomezia”, Comitato di quartiere “Nuova Lavinium”, e “Polisportiva Pro Pomezia”. Gli inquirenti contabili avevano stimato un danno per il Comune di oltre 70mila euro. A giudizio erano finiti l’ex sindaco Stefano Zappalà, gli allora assessori Maurizio Volpe e Vittorio Lepori, il segretario comunale Alfonso De Pasquale, e i dirigenti Antonio Amelio e Angelo Scimè, chiamati a risarcire la somma. Assoluzione per tutti.
25/10/2013