Dal 1° gennaio 2023 infatti è previsto un aumento del 10% dell’ammontare delle contravvenzioni elevate per violazioni al codice della strada, soprattutto soste vietate e limiti di velocità che ogni anno vanno ad ‘arricchire’ i bilanci dei Comuni, in particolare quelli che ci speculano sopra (e non sono pochi). Gli stessi Comuni che poi non rispettano la legge che prevede rendano noto l’uso fatto con quegli incassi extra.
Sulle multe stradali il Codacons è pronto alla battaglia legale se non saranno bloccati i maxi-rincari del 10% previsti a partire da gennaio 2023.
“Già oggi – riporta un comunicato stampa del Codacons a firma del suo presidente Carlo Rienzi – le sanzioni per violazione del Codice della strada rappresentano per i comuni italiani un tesoretto da 3 miliardi di euro annui, grazie ai 2,5 milioni di contravvenzioni elevate ogni anno in Italia anche attraverso 8mila autovelox installati sul territorio – spiega il Codacons – Un aumento dell’importo delle sanzioni del 10%, oltre ad essere palesemente ingiusto e ingiustificato, peserebbe sulle tasche dei cittadini già svuotate da caro-bollette e inflazione alle stelle, e aggraverebbe la situazione economica delle famiglie.
C’è poi la questione della disparità di trattamento tra enti locali e cittadini, un paradosso tutto italiano denunciato di recente dal presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sui consumatori, Simone Baldelli, che ha evidenziato come in Italia non siano mai state applicate le sanzioni previste dalla legge nei confronti dei comuni che non pubblicano la rendicontazione sull’uso dei proventi delle multe stradali – denuncia il Codacons – Quando invece è un utente a non rispettare le regole del Codice della strada, la sanzione è inevitabile e va pagata.
Siamo pronti ad impugnare in tribunale qualsiasi aumento delle multe stradali, e ci aspettiamo che il prossimo Governo blocchi i rincari degli importi delle sanzioni che, in questo momento di grave crisi per il paese, rappresenterebbero l’ennesima stangata a danno dei consumatori” – conclude il presidente Carlo Rienzi.