Riprende al tribunale di Velletri il processo sul caso Lavinia Montebove, la piccola investita il 7 agosto 2018 a 16 mesi nel parcheggio dell’asilo a Velletri e rimasta in stato vegetativo da allora. Per i fatti sono imputate la maestra Francesca R. per abbandono di minore e l’investitrice Chiara C. per lesioni gravissime.
Si tratta dell’undicesima udienza del processo di primo grado.
Lo scorso anno il medico legale aveva definito in aula le condizioni di Lavinia come irreversibili con miglioramenti “non significativi rispetto alla vita sociale e relazionale”. Ha descritto lo specialista “lesioni del distretto radio encefalico, fratture ossee del cranio, edema e lesioni cerebrali con erniazioni dell’encefalo dalla fontanella”, un quadro “traumatico grave riconducibile all’azione dinamica dell’investimento”.
La tragedia di Velletri
“Lavinia è arrivata in pronto soccorso a Velletri “in coma 3 su una scala da 3 a 15, al limite della morte”, aveva chiarito il medico. Oggi la bambina ha “una tetraparesi, un’insufficienza dell’ipofisi, una minima coscienza – ovvero una reazione minima agli stimoli magari dolorosi – ma è un residuo scarsamente utilizzabile nella vita sociale e relazionale e un quadro non più modificabile”, ha puntualizzato. “La tempestività dei soccorsi rispetto all’avvenuto è stato importante. Non c’è stato un sormontamento della ruota, ma le lesioni riscontrate sono compatibili con uno schiacciamento tra la parte anteriore dell’automobile, il paraurti, e il terreno” e, ha sottolineato ancora, “secondo me la bambina non era in piedi né si può dire che stesse cadendo”.
La ricostruzione della mamma
La mamma di Lavinia un anno fa in aula aveva ricostruito le fasi concitate in cui viene informata di quanto accaduto a sua figlia: «Ricevo una telefonata da un numero che non conosco – è il cellulare che poi scoprirà essere dell’investitrice, una mamma che era passata a scuola per salutare – e una voce mi urla di ‘correre, correre’ è quella della maestra. È viva? è viva?- chiede la mamma – ma come è potuto succedere che stesse nel parcheggio se non camminava? ‘Stavo mettendoli in fila per rientrare dal parchetto – prosegue la donna nel racconto riferendo le parole della maestra- e il piccolo A. ha urlato per un piede incastrato. Mi sono occupata di lui” e in quel momento sarebbe accaduto l’investimento della bambina. Il fratellino di Lavinia, come risulta dai racconti dei genitori e come emerso in questi anni dal piccolo e dalle sue esternazioni, non avrebbe visto nulla di quanto accaduto alla sorellina perché dentro la struttura.
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