In relazione all’incendio divampato presso l’impianto gestito da Ecologica 2000, per lo stoccaggio di rifiuti non pericolosi, la ASL Roma 6 ha fornito alcune precisazioni sui comportamenti da seguire nei prossimi giorni.
Nelle prossime ore sarà necessario LADDOVE SIA VISIBILE IL FUMO E L’ODORE DOVESSE ESSERE INTENSO seguire le seguenti precauzioni:
– tenere chiuse porte e finestre;
– limitare gli spostamenti allo stretto necessario;
– lavare con accuratezza frutta e verdura di produzione propria;
– limitare l’utilizzo di impianti di climatizzazione e di trattamento dell’aria in genere, prevedendo in seguito accurata pulizia dei filtri.Ad avvenuta comunicazione del completamento delle operazioni di spegnimento da parte dei VVF nonché all’acquisizione degli esiti degli accertamenti in corso da parte di ARPA, attraverso le centraline installate, si provvederà a fornire ulteriori misure di precauzione ritenute necessarie ovvero alla revoca di quanto sopra disposto.
L’incendio
Si è sviluppato un incendio in un impianto di smaltimento rifiuti a Ciampino. La zona era già stata protagonista alcuni mesi fa di un incendio, anche se di dimensioni minori, di materiale nell’impianto di smaltimento rifiuti.
Ancora un impianto di rifiuti che prende fuoco, purtroppo una consuetudine che si ripete ormai troppo spesso. Stavolta a bruciare è stato l’impianto di smaltimento rifiuti di via Enzo Ferrari, 105 a Ciampino.
(Guarda sulla mappa dove si trova)
L’impianto è situato nella zona sud del comune di Ciampino, a pochi metri dall’Appia, molto vicino all’abitato di Santa Maria delle Mole.
Dalle ore 8,45 e per tutto il giorno sono state all’opera ben tre squadre di Vigili del fuoco, con il supporto di due autobotti, un’autoscale e il Carro schiuma. Per ulteriore supporto è intervenuto anche un elicottero Drago VF156.
La densa e alta colonna di fumo nero è risultata visibile a molti chilometri di distanza, anche da Roma.
Polizia di Stato e Polizia di Roma Capitale hanno aperto le indagini per per quanto di loro competenza.
Un incendio che si ripete
Non è la prima volta che questo sito di smaltimento rifiuti viene interessato da un violento incendio.
Già lo scorso 16 settembre i Vigili del fuoco erano dovuti intervenire per domare un enorme incendio che interessava i rifiuti ammassati nell’impianto.
Leggi: A fuoco deposito di rifiuti presso l’Appia (16/09/2022)
L’incendio allora si era sviluppato di notte.
I vigili del fuoco avevano dovuto faticare diverse ore per mettere in sicurezza l’impianto.
Anche nel caso di oggi sicuramente dovrà intervenire l’Arpa Lazio per verificare che tipo di sostanze hanno preso fuoco e quali sono state immesse nell’aria.
L’incendio della EcoX non ci ha insegnato nulla
Sembra incredibile, comunque, che a distanza di meno di un anno lo stesso sito abbia generato un nuovo incendio. Ci si chiede se dalle fiamme dello scorso settembre negli impianti si sia operato in modo corretto per evitare il ripetersi di tali rischi.
Vista la frequenza con cui nel Lazio si ripetono gli incendi agli impianti di smaltimento rifiuti, sarebbe forse il caso di effettuare un controllo a tappeto in tutta la regione per verificare se esistono le condizioni di sicurezza per operare e smantellare immediatamente quelli che non presentino caratteristiche tali da garantire la sicurezza verso i cittadini.
Ricordiamo che purtroppo in questi incendi brucia il materiale più vario ed è purtroppo facile che nei funi che si sviluppano siano presenti pericolosi elementi come la diossina, che viene trasportata nella caratteristica nuvola nera e ricade poi al suolo andando ad inquinare i campi circostanti per raggi di chilometri.
Nel caso drammatico dell’incendio della EcoX, è impossibile quantificare i danni alla salute ed economici che ne siano conseguiti, mentre si discute ancora sulla bonifica del sito.
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Bisogna chiedersi perché gli impianti di smaltimento rifiuti bruciano così spesso.
È forse un modo (assurdo) per smaltirli quando in un impianto se ne accumulano troppi?
Oppure magari molte aziende che si occupano di rifiuti sono davvero improvvisate e si preoccupano più di incassare che di mettere in sicurezza i loro impianti.
La responsabilità dei sindaci
Certo bisogna tener presente che non stiamo parlando di impianti nati illegalmente. Qualcuno conferisce rifiuti a queste aziende e il più delle volte sono proprio i Comuni.
Mi ricordo la testimonianza (a microfoni spenti) di un assessore all’Ambiente di un Comune del Lazio che mi confessò che gli si presentavano aziende di smaltimento che offrivano prezzi al ribasso per smaltire i rifiuti prodotti in città. La tentazione di chiudere l’affare era forte, specie perché la macchina amministrativa che si occupa di smaltimento rifiuti è sempre in difficoltà economica. Però poi quando l’amministratore ha chiesto maggiori approfondimenti sui metodi di smaltimento e sui sistemi di sicurezza impiegati da quell’azienda così vantaggiosa economicamente, si è accorto che stava parlando con persone che a definire ‘banditi’ sarebbe poco. Così lo smaltimento è stato affidato ad una ditta che costava un po’ di più, ma dava garanzie sulla sicurezza.
Quanti amministratori, mi chiedo, si fanno attrarre dalle sirene del risparmio e chiudono un occhio sulla aziende a cui scaricano tonnellate di immondizia?
E quelle della Regione Lazio
Le responsabilità sono anche e soprattutto a livello regionale, perché se nel Lazio bruciano così tanti impianti di smaltimento rifiuti “legali”, allora c’è qualcosa che non va nella legge.
E non si pensi che il mitico mega inceneritore di Santa Palomba (per carità non chiamatelo termovalorizzatore, che non valorizza nulla) possa essere la soluzione. Anche con quell’enorme impianto che riduce tutto in cenere prosciugando le falde acquifere, il problema rimarrebbe.
La soluzione è sempre quella su cui insistiamo, l’unica che funziona in tutta Europa: fare bene la raccolta differenziata. E quando vi parlano del famoso splendido Termovalorizzatore di Copenaghen, su cui d’inverno si può anche sciare, dovete chiedervi: se è così utile e così fantastico, allora come mai la Danimarca sta cercando di ridurre sempre più l’operatività ed ha deciso di spegnerlo entro i prossimi anni?
La lobby del “brucia e interra” non è mai stata così forte come nel Lazio. Ci guadagnano una montagna di soldi. I cittadini invece ce ne rimettono una montagna di soldi e se vi fate spiegare bene la differenza tra l’economia circolare e quella orizzontale, capite che oltre alla salute ci stiamo rimettendo anche molti soldi e posti di lavoro: tutto per far guadagnare centinaia di milioni a pochi eletti.