Parte ad Albano Laziale la tanto sospirata (per alcuni, per altri temuta) pedonalizzazione del centro storico, invocata a più riprese ad ogni campagna elettorale e poi sempre posticipata per motivi ignoti. La prima zona interdetta ai veicoli a motore sarà quella limitrofa al Santuario di Santa Maria della Rotonda, vale a dire, per la precisione: via della Rotonda, via della Vignetta e vicolo della Vignetta. Prima di rendere operativa l’iniziativa di interdizione dei veicoli a motore, l’Amministrazione, guidata dal primo cittadino Massimiliano Borelli, insieme al vicesindaco ed assessore ai Lavori Pubblici, Luca Andreassi, ed all’Assessore alla Viabilità Maurizio Sementilli, incontreranno sul posto i residenti e commercianti. Il faccia a faccia è fissato per oggi pomeriggio, lunedì 18 settembre, dalle ore 17,00, e si preannuncia bollente. Proprio in quell’area, nei giorni scorsi, hanno avuto luogo le riprese della nuova serie tv ‘La Signora Volpe 2’.
Il santuario di Santa Maria della Rotonda
Il santuario di Maria Santissima della Rotonda (‘a Ritonna in dialetto albanense), anticamente noto come Santa Maria Maggiore, è un importante santuario mariano del Lazio, situato nella città di Albano Laziale, in provincia di Roma, nell’area dei Castelli Romani. Il santuario occupa un antico edificio rotondo di costruzione romana risalente al I secolo, ricollegabile alla villa di Domiziano a Castel Gandolfo, che fu anticamente un ninfeo o, secondo altre ipotesi, un tempio. L’edificio venne convertito ad uso cristiano all’epoca di Costantino il Grande o nel periodo tra il IX e l’XI secolo. Probabilmente gestito nei primi secoli della sua esistenza da religiosi di rito bizantino, fu retto da suore agostiniane dal Trecento fino al 1444 e in seguito venne assegnato ai religiosi girolamini della basilica dei Santi Bonifacio ed Alessio all’Aventino in Roma, che lo tennero fino al 1663, anno in cui il santuario fu acquistato dalla diocesi suburbicaria di Albano allo scopo di installarvi il seminario vescovile. Tra il 1708 ed il 1799 la direzione del seminario e del santuario passò ai padri Scolopi. Da allora, il santuario è di proprietà diocesana ed è aggregato alla parrocchia della basilica cattedrale di San Pancrazio. Oggi è schedato tra i monumenti architettonici tutelati del Lazio. L’edificazione dell’edificio a pianta perfettamente cubica all’interno della quale è inscritta una sfera, che in seguito sarà adibito a santuario, viene collocata da tutti gli studiosi in età imperiale, sotto il principato di Tito Flavio Domiziano.