In particolare i militari dell’Arma dei Carabinieri, dopo accurate verifiche volte ad accertare il possesso dei requisiti previsti dalla normativa in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni, attraverso l’esame incrociato dei dati documentali e delle informazioni acquisite nel corso di specifici servizi di controllo del territorio, hanno individuato elementi che hanno permesso di ritenere che le donne, fornendo dichiarazioni relative ad una residenza in Italia da 10 anni non veritiera, avevano nel tempo percepito il sussidio senza che ve ne fossero le condizioni.
Gli esiti dei controlli venivano comunicati all’Autorità Giudiziaria e all’INPS per l’interruzione dell’elargizione del beneficio e il recupero delle somme indebitamente percepite per un totale di 38.382,47 euro.
Non è la prima volta che a Sezze vengano scoperti “furbetti” del Reddito di cittadinanza e, viste queste premesse, non sarà neanche l’ultima.
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