Sul posto Carabinieri, Vigili del Fuoco e Asl – Servizio Veterinario
Sul posto, allertati da un cittadino che ha dato subito l’allarme non solo sui social, ma anche al telefono, sono interventi i Vigili del Fuoco, per tagliare il cavo d’acciaio dove era rimasto intrappolato, i Carabinieri per la parte giudiziaria della vicenda, ma soprattutto la Asl – Servizio Veterinario. Ora il povero gatto sarà sottoposto velocemente a tutti gli esami diagnostici del caso per capire la gravità della situazione, ma pare che rischi seriamente, come anzidetto, di subire l’amputazione dell’arto anteriore sinistro.
Si cerca il responsabile
Nessuno sa chi abbia realizzato questa trappola. Non conosciamo la sua età né, tantomeno, il suo sesso. Ovviamente, speriamo venga individuato, con l’ausilio delle autorità di pubblica sicurezza della zona, e punito come previsto dalla legge. Fosse anche solo per evitare che il o i responsabili ripetano di nuovo tale sconsiderato gesto.
Qualcuno sostiene si tratti di una trappola per cinghiali, in ogni caso sarebbe folle lasciare per strada in una zona urbana uno strumento siffatto, pericoloso anche eventualmente per bimbi e bimbe in transito nella zona. In ogni caso, ricordiamo che i nostri amici a quattro zampe, gatti e cani, sono tutelati dalla legge ormai da diversi anni. Chi compie atti contro di loro rischia grosso, anche dal punto di vista penale.
Il Codice penale: si rischia condanna da 3 a 18 mesi
L’articolo 544 ter del Codice Penale attualmente in vigore in Italia difatti stabilisce che: “Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro.
La stessa pena si applica a chiunque somministra agli animali sostanze stupefacenti o vietate ovvero li sottopone a trattamenti che procurano un danno alla salute degli stessi.
La pena è aumentata della metà se dai fatti di cui al primo comma deriva la morte dell’animale”.
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