La strage di Nassirija
Gli attentati di Nassiriya furono alcuni attacchi avvenuti dal 2003 al 2006 durante la guerra d’Iraq nella città di Nāṣiriya contro le forze armate italiane partecipanti alla missione militare denominata “Operazione Antica Babilonia”, il più grave dei quali fu la strage del 12 novembre 2003 che provocò 28 morti (19 italiani). Questi attacchi provocarono un totale di circa 50 vittime (di cui 25 italiani).
Le vittime italiane furono:
i Carabinieri: Massimiliano Bruno, maresciallo aiutante, Medaglia d’Oro di Benemerito della cultura e dell’arte,
Giovanni Cavallaro, sottotenente,
Giuseppe Coletta, brigadiere,
Andrea Filippa, appuntato,
Enzo Fregosi, maresciallo luogotenente,
Daniele Ghione, maresciallo capo,
Horacio[2] Majorana, appuntato,
Ivan Ghitti, brigadiere,
Domenico Intravaia, vicebrigadiere,
Filippo Merlino, sottotenente,
Alfio Ragazzi, maresciallo aiutante, Medaglia d’Oro di Benemerito della cultura e dell’arte,
Alfonso Trincone, Maresciallo aiutante,
i militari dell’Esercito italianoMassimo Ficuciello, capitano,
Silvio Olla, maresciallo capo,
Alessandro Carrisi, primo caporal maggiore,
Emanuele Ferraro, caporal maggiore capo scelto,
Pietro Petrucci, caporal maggiore,
i civiliMarco Beci, cooperatore internazionale,
Stefano Rolla, regista.
Le appartenenze
I caduti delle Forze Armate Italiane appartenevano a vari reparti dell’Arma dei Carabinieri Territoriale, al 13º Reggimento Carabinieri “Friuli Venezia Giulia” di Gorizia e al 7º Reggimento Carabinieri “Trentino-Alto Adige” di Laives, al Reggimento lagunari “Serenissima”, alla Brigata Folgore, al 66º Reggimento fanteria aeromobile “Trieste”, al Reggimento Savoia Cavalleria, al Reggimento Trasimeno. Morirono anche alcuni appartenenti alla Brigata Sassari che stavano scortando la troupe cinematografica di Stefano Rolla e 3 militari del 6º Reggimento Trasporti della Brigata Logistica di Proiezione, che stavano scortando il cooperatore internazionale Marco Beci.
Un momento dei funerali di Stato dei caduti a Nassiriya, 18 novembre 2003
La camera ardente per tutti gli italiani morti venne allestita nel Sacrario delle Bandiere del Vittoriano, dove fu oggetto di un lungo pellegrinaggio di cittadini. I funerali di Stato si svolsero il 18 novembre 2003 nella basilica di San Paolo fuori le mura, a Roma, officiati dal cardinale Camillo Ruini, alla presenza delle più alte autorità dello Stato, e con vasta (circa 50.000 persone) e commossa partecipazione popolare;[3] le salme giunsero nella basilica scortati da 40 corazzieri a cavallo. Per quel giorno fu proclamato il lutto nazionale.
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