Dietro la macchina da presa, nel ruolo di regista della nuova serie Tv, Sergio Rubini, celeberrimo attore, sceneggiatore e per l’appunto regista; davanti la macchina da presa, invece, tra gli altri, Alessio Boni, lo stimato attore interprete di tantissimi personaggi di successo che in questo caso interpreterà il padre di Giacomo Leopardi.
Ma tornando proprio ad Ariccia, le macchine da prese sono state posizionate da Rubini prevalentemente all’interno del nobile palazzo appartenuto alla famiglia Chigi, ma alcune scene sono state girate anche nel meraviglioso centro storico ariccino, in particolare tra via Ippolito e via Lucidi, ossia a due passi dalla Chiesa dell’Assunta e da piazza di Corte. Le riprese hanno avuto luogo tra il 7 e l’11 dicembre.
Il cast completo
Il regista della mini-serie tv è Sergio Rubini, ma chi sono gli altri attori oltre a Sergio Boni? A interpretare Giacomo Leopardi nella miniserie Tv Rai c’è Leonardo Maltese, già visto in ‘Rapito’ di Marco Bellocchio e ne ‘Il signore delle formiche’ di Gianni Amelio. Con lui, nel cast, come anzidetto, Alessio Boni nei panni del padre di Giacomo Leopardi; poi Cristiano Caccamo che sarà l’amico Ranieri mentre Giusy Buscemi interpreterà Fanny Targioni Tozzetti.
Le parole di Sergio Rubini
“Il nostro desiderio – ha raccontato di recente Sergio Rubini alla stampa – è quello di raccontare la vita di Giacomo Leopardi, ma soprattutto il leopardismo, la sua visione del mondo, liberarlo dalla croce di essere esclusivamente il poeta del Sabato del villaggio o di versi, pur immortali, come quelli dell’Infinito.
Giacomo Leopardi è stato un poeta che in qualche modo tutti hanno tirato per la giacchetta: i cattolici hanno raccontato che in punto di morte si era convertito; i marxisti lo hanno dipinto come un nichilista; il mondo del Risorgimento ha posto l’accento sul suo patriottismo.
Invece – sempre secondo Sergio Rubini – Giacomo Leopardi – è stato una figura assolutamente libera. Vogliamo mettere a fuoco la sua modernità, prescindendo dall’immagine da presepe del poeta triste e depresso perché la sua depressione e il suo pessimismo erano frutto di un assoluto vitalismo. Piuttosto il senso del tragico nasceva da tutte quelle domande alle quali non trovava risposta”.
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