Il tecnico Roberto Capogna
Tra le sei medaglie d’oro vinte dalla Nazionale nelle varie specialità, tre di queste sono state conquistate da ragazze dei Castelli Romani, che si allenano a Grottaferrata insieme al tecnico Roberto Capogna. Un record che non si ripeteva dal 1999.
Si tratta di Marta Sellati, campionessa del mondo cat. 65kg, Francesca Ceci, campionessa del mondo cat. 60kg, Federica Trovalusci, campionessa del mondo cat. 50kg e Martina Rossi, vicecampionessa del mondo cat. 60kg. Un risultato storico, che l’Amministrazione Di Bernardo premierà in un evento pubblico al quale si invitano a partecipare tutti i cittadini.
Kick Boxing
La kickboxing è uno sport da combattimento con origini molto antiche e nativo del sud-est asiatico, divenuto popolare negli anni ’60 in Giappone e poi diffusosi negli USA, che combina le tecniche di calcio tipiche delle arti marziali orientali ai colpi di pugno propri del pugilato.
Nonostante la kickboxing abbia origini molto antiche, la sua versione odierna da cui prende il nome è stata coniata in Giappone negli anni sessanta. In quel periodo le uniche forme di combattimento a contatto pieno erano il full contact karate, il muay thai thailandese, il Sambo russo, la savate francese, il taekwondo sudcoreano, il karate contact ed il sanda cinese.
I giapponesi iniziarono a organizzare gare di karate a contatto pieno (karate full contact). Questo genere di combattimenti stava acquisendo interesse sempre maggiore finché, negli anni ’70, alcuni maestri di arti marziali provarono a sperimentare una nuova formula unendo le tecniche di pugno del pugilato alle tecniche di calcio del karate e nacque così il Full Contact Karate.
Tuttavia vi fu una certa confusione dei nomi e degli stili, anche in virtù del fatto che nel Full Contact Karate si colpisce con i calci, dal busto in su, mentre nella kickboxing giapponese si potevano dare calci anche alle gambe.
A cavallo tra gli anni ottanta e gli anni novanta con il termine kickboxing spopolò negli Stati Uniti una forma di full contact karate dove gli atleti vestivano dei lunghi e larghi pantaloni e delle apposite scarpe, ed inizialmente era vietato colpire con calci portati sotto la cintura; tra i più importanti enti ed organizzazioni vi erano WKA ed ISKA.
Successivamente, sempre in Giappone, nel 1993, venne organizzato un torneo chiamato K-1, in cui “K” sta per Karate, Kempo e Kickboxing. In questo torneo le regole sono quelle della kickboxing, ma sono valide anche le ginocchiate senza presa e i pugni saltati e girati. Lo scopo era mettere sullo stesso quadrato (ring) atleti di diverse arti marziali e sport da combattimento con un regolamento sportivo che permetteva loro di confrontarsi.
Visti i capitali elevatissimi e l’entusiasmo enorme dei giapponesi, in questi avvenimenti, il K-1 (diviso in due tornei: il K-1 World Grand Prix, riservato ai pesi massimi e il K-1 MAX, riservato alla categoria dei pesi medi) divenne il più importante torneo al mondo. Il termine “K-1” ha assunto attualmente l’accezione di uno sport da combattimento a sé stante, benché vi partecipino atleti provenienti dal muay thai, dalla kickboxing o da altri sport simili; il regolamento del torneo è chiamato K-1 Style.
Leggi anche:
Rocca di Papa, la Fortezza aprirà al pubblico a primavera (con 160mila € della Regione)