Le parole dei 4 consiglieri: Gabbarini Di Veronica, Neglia e Rosatelli
“Con estremo stupore abbiamo letto – ci spiegano i 4 consiglieri – quanto affermato dal Sindaco Zoccolotti nella intervista al giornale il Caffè sulle note strutture private costituite dall’ex Hotel Primus e le ex Cantine Sociali. Il Sindaco parla come se fosse il proprietario dei tre immobili affermando che “ queste strutture non torneranno alle attività del passato” dimenticando che i piani urbanistici devono essere coerenti con il principio della generalità della norma che non possono essere dettati per singole situazioni e che gli interventi di recupero e valorizzazione degli immobili privati sono di competenza esclusiva dei privati stessi.
L’Amministrazione ha una Idea sbagliata della Rigenerazione Urbana
Non solo, se i privati hanno intenzione effettuare degli interventi di valorizzazione dei propri immobili
devono presentare un progetto alla Amministrazione Comunale che può sempre autorizzarlo dopo aver attentamente valutato i benefici per la Città e le proposte di variante ricevute.
Purtroppo, l’Amministrazione Comunale di Genzano con l’idea sbagliata di attuare i principi di Rigenerazione Urbana, stabiliti dalla legge della Regione Lazio n. 7 del 18 luglio 2017, ha ritenuto di cercare di risolvere i problemi di alcuni immobili abbandonati dai Privati proprietari degli stessi agevolandoli nella trasformazione dei complessi immobiliari, senza vantaggio specifico per la Città, con il cambio di destinazione d’uso in residenziale.
E l’Urbanistica Contrattata?
Affermare che grazie al Piano di Rigenerazione Urbana sarà possibile il recupero di queste strutture è
assolutamente falso in quanto proposte di recupero degli immobili sarebbero sempre stati possibile da parte dei Proprietari come fatto diffusamente con le procedure di Urbanistica Contrattata che avrebbero portato dei sicuri benefici per la Città ben oltre quelli conseguenti al semplice recupero dei singoli immobili.
Abbiamo con forza cercato di far ragionare la maggioranza di Zoccolotti sugli errori connessi a questo modo di procedere e sull’improprio tentativo di agevolare le iniziative private senza un adeguato controllo da parte della Amministrazione sui vantaggi per la Città ma abbiamo sembra trovato un muro davanti.
Le ex Cantine Sociali
Per quanto riguarda le ex Cantine Sociali è doveroso evidenziare che l’immobile che costituisce l’ex Cantina La Selva è tutt’ora oggetto di un’asta fallimentare avviata nell’anno 2017 e nel quale procedimento l’edificio è definito “Fabbricato costruito per esigenze industriali”. Dopo ripetute aste , sembra che anche l’ultimo aggiudicatario, non abbia versato il prezzo offerto ed è stato dichiarato dal giudice dell’esecuzione decaduto dall’aggiudicazione con la conseguenza che si ricorrerà ad un ulteriore gara d’asta pubblica.
Maggioranza senza visione
La maggioranza priva di una visione di sviluppo della città ha approvato il cambio di destinazione d’uso dell’ex cantina La Selva ad uso edilizio residenziale. Questa scelta contraddice le scelte dei precedenti governi di centro sinistra che nel 2012 respinsero l’applicazione del piano casa proposto dai proprietari salvaguardando così una importante area da nuovi insediamenti residenziali dei quali Genzano non ne sentiva e non ne sente oggi la necessità.
La mozione di dicembre 2022
Presentammo anche una Mozione il 9 dicembre 2022 in cui chiedeva:
1) Esclusione del manufatto e delle pertinenze da qualsiasi potenziale cambio di destinazione d’uso in edilizia residenziale.
2) Definizione dell’interesse pubblico all’acquisizione dell’area e dei manufatti per destinarla a scopi sociali, culturali educativi per evitare ulteriore consumo di suolo e promuovere la tutela del paesaggio e dell’ambiente previo ristrutturazione e riqualificazione urbana.
3) partecipazione all’asta pubblica per l’acquisizione del terreno.
La proposta fu respinta dalla maggioranza irremovibile sulla destinazione residenziale dell’area e
all’acquisto da parte dei privati. SI rinunciò ad una grande occasione quale era la destinazione pubblica dell’area con eventuali finanziamenti del PNNR per la riqualificazione e valorizzazione dell’intero complesso. Oggi la nostra proposta torna di attualità visti gli esiti delle precedenti gare non andate a buon fine.
L’ex Grand Hotel Primus
Per quanto riguarda l’ex Hotel Primus dobbiamo evidenziare come lo stesso sia stato erroneamente citato dal Sindaco come parte del Piano di Rigenerazione Urbana.
Questo immobile è inserito in una variante alle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Regolatore
Generale, cosa diversa dal Piano di rigenerazione urbana, che prevede la trasformazione in edilizia
residenziale, la cui conclusione è al di là da venire. Infatti si è persa traccia della delibera n 3 del 5 gennaio 2023 con oggetto: adozione variante alle norme tecniche di attuazione del P.R.G. vigente.
Comprendiamo bene che il Sindaco Zoccolotti con l’avvicinarsi di nuove elezioni senta la necessità di
cercare di far vedere dei risultati ma ad oggi il piano di Rigenerazione urbana non ha prodotto nessun
risultato utile per lo sviluppo della città.
Una occasione persa
Purtroppo l’approvazione di questo piano è stata una occasione persa. Il Piano poteva essere un laboratorio di idee e progetti per recuperare una visione di sviluppo di Genzano. Un piano arido che ha trattato solo singoli casi di “rinnovo edilizio” lasciando campo libero ad iniziative individuali. Non si è parlato di come ridare capacità di attrazione alla città, di riqualificazione degli spazi pubblici, piazze, parchi, giardini, parcheggi.
E le vere criticità del centro storico di Genzano?
Non si è parlato delle criticità della città e della tutela del centro storico con agevolazioni per il restauro o il risanamento conservativo degli edifici né si è parlato del verde urbano che ha un ruolo importante nella rigenerazione urbana se considerato come una grande infrastruttura che mitiga gli effetti dell’inquinamento e del clima per migliorare la qualità della vita cittadina.
E’ mancata una visione originale, idee per disegnare una Genzano più “bella”. Si è rimasti prigionieri e
complici di uno sviluppo legato ancora alla edilizia residenziale”.
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