Parliamo di due municipi situati nella provincia di Roma, a due passi dalla Capitale, che soffrono, come molti altri della zona, di una fortissima crisi idrica.
La quantità d’acqua potabile che verrà sottratta da Acea è notevole, pari a 7200 litri di acqua potabile l’ora, H24, 365 giorni l’anno. Per un totale di circa 172mila litri al giorno, oltre 63milioni di metri cubi l’anno.
È questa difatti la quantità di acqua che Acea, la municipalizzata di proprietà al 51% del comune di Roma, preleverà del centro idrico potabile Acea di Santa Palomba. Così si legge, nero su bianco, sul progetto tecnico del termovalorizzatore. L’acqua potabile verrà portata sul terreno prescelto grazie ad una una apposita condotta idrica che verrà realizzata nei pressi del tracciato della via Ardeatina e avrà una lunghezza stimata di circa 2,5 km, metro in più, metro in meno.
Acea toglie acqua potabile a Pomezia e Ardea
Ma ripartiamo dall’inizio. Il terreno prescelto dal sindaco di Roma Roberto Gualtieri per costruire il mega forno brucia rifiuti da 600mila tonnellate di pattume l’anno, una quantità superiore alle esigenze della stessa città eterna, è situato in località Roma-Santa Palomba.
A ridosso della via Ardeatina, all’incrocio con via Cancelliera. È ampio poco più di 9 ettari che si trovano nell’ultimo lembo appartenente territorialmente al comune di Roma. Proprio al confine con la discarica di Albano Laziale, ma soprattutto tra le pendici dell’area dei Castelli Romani ed Ardea e Pomezia.
La falda idrica dei Colli Albani
Una location fortemente criticata da sindaci, deputati e senatori, oltreché ancora che da cittadini, associazioni e comitati territoriali. Lacation situata, a livello idrogeologico, sulla “falda idrica dei Colli Albani” – così ci riferisce una fonte regionale, che abbraccia tutti i Castelli Romani più Pomezia e Ardea .
Tradotto in parole povere, per funzionare l’inceneritore sottrarrà acqua alla falda idrica e dai comuni di zona principalmente Albano Laziale, Pomezia e Ardea. Falda che è già in fortissima sofferenza da oltre un decennio, come attesta l’allarme lanciato, da ultimo, dalla stessa Acea Ato 2 sullo stato della crisi idrica della zona. Allarme massimo contenuto in una nota inviata ai sindaci tra maggio e giugno 2023.
Water e docce per gli operai, nulla di più
Eppure, come sostenuto in apertura, questa acqua potabile verrà utilizzata – così scrive Acea nel suo progetto di fattibilità tecnico-economico – “al fine di servire i servizi igienici e le utenze civili destinate al personale operativo presso il sito industriale in progetto. Si è individuata la possibilità di allacciarsi alla rete idrica potabile presente nell’area gestita dalla società Acea Ato 2 (…).
Nello specifico si stima una portata necessaria per usi potabili pari a circa 2 litri al secondo che verrà recapitata prevedendo una estensione di rete servita dal Centro Idrico di Santa Palomba (Roma)”. Portate ‘esigue’, secondo Acea.
L’acqua di cui parliamo è sufficiente a colmare le esigenze medie di 500 famiglie. “La domanda – ci riferisce un dirigente della Regione Lazio che preferisce non comparire – sorge spontanea: ma gli operai Acea che lavoreranno al termovalorizzatore staranno tutto il giorno a fare docce e ad andare al bagno?”.
I sindaci di Ardea e Pomezia in assemblea sabato 20 gennaio
Per parlare anche e soprattutto di questi problemi idrici, i sindaci di Pomezia, Veronica Felici, e Ardea, Maurizio Cremonini, insieme ai primi cittadini di Ariccia, Marino e molti altri. Oltre a cittadini, associazioni e comitati territoriali, si uniranno in una nuova assemblea pubblica. L’iniziativa si svolgerà sotto la sede del comune di Pomezia sabato 20 gennaio in piazza Indipendenza ore 15,30.