Ariccia sfida Frascati, al PalaEmanuele il Gran Prix nazionale di Fioretto 2024
L’iniziativa è promossa dala Federazione Italiana Scherma e dal Coni. L’iniziativa, ovviamente, riguarderà i giovani atleti sia di sesso maschile che di sesso femminile.
Fioretto
Il fioretto è una delle tre armi della scherma. È un’arma accademica (nata cioè per l’insegnamento della scherma, disciplina presente nei giochi olimpici dal 1896); si compone di due parti, la lama e la guardia.
La lama è solitamente lunga 90 cm (è possibile anche che sia lunga 85 cm per i bambini, e si trovano in commercio anche lame da 88) ed è divisa in gradi: forte, medio e debole e termina con un bottone. È una specialità olimpica.
La guardia può avere diverse impugnature: italiana, francese, anatomica. La differenza tra i vari tipi di impugnatura è data dal diverso modo di inserire la mano su esse ed imprime allo schermitore un diverso stile di combattimento. L’impugnatura italiana ha la coccia, il cuscinetto, il ricasso, gli archetti di unione, il manico ed il pomolo, invece l’impugnatura francese ha il manico diritto leggermente incurvato verso l’esterno della guardia dello schermitore.
Ad oggi l’impugnatura italiana non è più utilizzata ed è stata quasi completamente sostituita da quella anatomica (ideata da un Maestro di Vercelli: Francesco Visconti) e, talvolta (soprattutto in Francia), da quella francese.
Le regole del Fioretto
Il bersaglio del fioretto è costituito da un giubbetto conduttivo di tessuto metallico (comunemente, ma impropriamente detto giubbetto elettrico) che ricopre tutta la zona del tronco, ovvero torace, addome, fianchi, schiena e da agosto 2008, grazie alla maschera, anche la zona al di sotto del mento (gorgiera)[1]; tutte le altre zone del corpo sono coperte dalla sola divisa bianca in tessuto elastico e costituiscono bersaglio non valido. Questa limitazione del bersaglio è retaggio dell’origine della scherma di fioretto. Difatti, nascendo il fioretto come arma di addestramento, l’allievo era impratichito a colpire le parti vitali del proprio avversario.
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