Albano insiste: “Vendere o affittare le farmacie”, al contrario di Genzano, Marino, Ciampino e… Velletri. Il municipio albanense è sempre più sicuro di voler vendere (o al massimo ‘affittare’) le sue due farmacie comunali. Farmacie situate entrambe in prossimità del centro storico. Una a due passi dalla sede del Comune stesso, sul ‘corso di sopra’, in via De Gasperi 62. L’altra sulla strada che dalla centralissima piazza Mazzini conduce nella frazione di Pavona, in via Olivella.
Albano insiste: “vendere o affittare le farmacie”
Non ha più nessuna intenzione di tenerle e gestirle, queste due farmacie, il Comune. La notizia della vendita (o, nel caso, del loro ‘affitto’) è stata ventilata da un politico fedelissimo del sindaco, Massimiliano Borelli, e del presidente del consiglio comunale, Nicola Marini, Marco Alteri, consigliere comunale. Ed ora confermata di nuovo e per la seconda volta sempre dallo stesso politico, che è anche presidente della Commissione Urbanistica che sta gestendo, in queste settimane, la vendita del patrimonio immobiliare municipale (per leggere la notizia, clicca qui) .
Genzano, Ciampino, Marino e… Velletri
Altri comuni, più o meno vicini e lontani da Albano, tra i quali Genzano, Marino, Ciampino e Velletri, continuano a tenersi strette le loro farmacie. Indipendentemente dal colore della Giunta politica al governo della singola città.
Velletri ne ha 4, tramite la Velletri Servizi. Genzano ne ha 3. Marino (tramite la sua Multiservizi) ne ha 5, in centro città e nelle frazioni di Santa Maria delle Mole, Cava dei Selci, etc. Ciampino ne ha addirittura 12 (tramite la società ASP): 7 in città, 5 in altri comuni tra i quali: Castel Gandolfo, la città dei Papi, Zagarolo, Olevano, Palestrina, etc.
Il caso di Frascati
Appena 2 mesi fa, il comune di Frascati ha tentato di ‘disfarsi’ della gestione delle sue farmacie comunali, confidando nella gestione altrui. Il bando però, a quanto ci risulta, è andato deserto. Nessuno si è presentato per prenderle e gestirle. Cosa succederà ora? Pare che il comune sarebbe – il condizionale è d’obbligo – intenzionato direttamente a venderle. Il comune di Albano vuole seguire anch’esso questa strada? Bando per la gestione? Vendita diretta? ‘Affitto’?
Le parole di Alteri
Vendere o ‘affittare’: è questa anche l’intenzione del comune di Albano, per voce, lo ripetiamo, di Marco Alteri, consigliere comunale. Considerato un ‘fedelissimo’ del sindaco, Massimiliano Borelli, e del presidente del consiglio comunale, Nicola Marini, capogruppo PD in Città Metropolitana, di professione farmacista.
Il post (ennesimo) di Marco Alteri
“Le farmacie comunali – scrive Alteri – nascono ai primi del ‘900 per motivi sociali e di copertura territoriale, portando la distribuzione di medicinali dove non conveniva al privato e a chi non se li poteva permettere.
Oggi questa funzione è svolta dal Sistema Sanitario Nazionale, che fornisce le medicine a basso costo o gratuitamente in tutte le farmacie. Le case farmaceutiche non devono preoccuparsi di abbassare il prezzo dei farmaci generici, perché tanto il cittadino solitamente non li paga, e il risultato è che i farmaci generici in Italia sono i più costosi d’Europa. Questo per spiegare cosa succede quando in un mercato liberalizzato si mettono tanti soldi pubblici. Lo abbiamo visto anche nel settore dell’edilizia con il super bonus.
Ad Albano esistono 11 farmacie, due delle quali comunali, ma oggi a cosa servono? In pratica a ridurre la concorrenza e a produrre perdite per la collettività. Per garantire la disponibilità dei farmaci, infatti, le farmacie devono dotarsi di un magazzino consistente, del valore di milioni di euro. Chi riesce a sostenere tale investimento consegue anche risparmi sui costi di trasporto e sconti quantità da parte dei grossisti, che gli consentono di applicare una scontistica vantaggiosa per i cittadini.
Le farmacie comunali questa possibilità non ce l’hanno, quindi oltre ad aver perso la loro funzione iniziale, risultano poco competitive, diventando spesso una zavorra per i Comuni. Insomma è di sinistra fare in modo ci sia più concorrenza, in modo che i prezzi dei farmaci si abbassino, a vantaggio di tutti! Le caste e le corporazioni sono di destra (dai concessionari balneari ai tassisti), perché difendono le posizioni di rendita.
Il fatturato delle farmacie fisiche si sta riducendo, principalmente a causa della crescita dell’e-commerce, probabilmente sarebbe stato meglio affittarle prima, quindi facciamolo subito, prima che perdano ulteriore valore! Mi interessa il contributo di tutti, soprattutto se diverso.
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