Insieme, ovviamente, ad Elon Musk. Un terreno situato proprio sull’ultimo lembo di terreno sottoposto al ‘controllo’ romano. Un terreno che, da un lato, confina per l’appunto con la sede Amazon (e Jeff Bezos). Dall’altro con la discarica di Albano Laziale, ancora oggi di proprietà dello storico re dei rifiuti della Capitale, Manlio Cerroni. Terreno situato ad un tiro di schioppo anche dai due comuni di Ardea e Pomezia.
La fiaccolata contro l’inceneritore di Roma sfila sotto la sede Amazon di Santa Palomba
Dicevamo: 600mila tonnellate. Una quantità addirittura superiore alle stesse esigenze, pur elevate, della Capitale. Il progetto è targato Acea, la municipalizzata dell’acqua del comune di Roma. Acea sarebbe ‘costretta’ quindi ad acquistare chissà dove e chissà da chi la spazzatura per i prossimi 40 anni, forse di più. Per alimentare 365 giorni all’anno, H-24, il suo ‘Belzebù’. Un ‘diavolo’ che andrebbe ad ‘uccidere’ – ci venga concessa la licenza – l’attitudine paesaggistica, culinaria, storico-archeologica e turistica dell’intera area dei Colli Albani/Castelli Romani.
Il pane di Genzano, la porchetta di Ariccia, il vino di Marino
L’inceneritore tanto caro a Gualtieri (ed a Mario Draghi, che l’ha nominato Commissario dell’emergenza rifiuti) andrebbe ad uccidere le fraschette e la porchetta di Ariccia. Il pane di Genzano e Lariano. La ‘focaccia’ di Lanuvio (città degli imperatori della Roma imperiale). Le pesche di Castel Gandolfo e la sua villa dei Papi del Vaticano. Marino e il suo vino, etc.
Ma anche il comparto turistico-ricettivo di Ardea e Pomezia. Tutto questo, tra l’altro, senza alcuna garanzia che l’inceneritore risolverà il problema dei rifiuti di Roma. Risolverà invece certo, sicuramente, tutti i problemi economici di Acea su cui gravano tanti debiti. Debiti di cui nessuno – chissà perchè? – parla sulla stampa e non solo.
La crisi idrica e i laghi Albano e Nemi
Per non parlare, poi, della feroce crisi idrica che da più di un decennio grava sui Castelli Romani e, in particolare, sui laghi Albano e Nemi, che verrebbero letteralmente prosciugati per raffreddare l’impianto industriale di Gualtieri ed Acea. Crisi idrica che per i giudici del Tar del Lazio, certo, è una invenzione o, al massimo, un problemino ‘stagionale’: per leggere la notizia, davvero incredibile, clicca qui.
Il ‘mistero’ di Acea
Proprio Acea, senza alcun mistero, ha scritto nel suo progetto che bucherà la falda dei Colli Albani, dei Castelli Romani, di Ardea e Pomezia con 4 pozzi, in un’area cin cui c’è divieto assoluto di scavarne. A Gualtieri ed Acea, evidentemente, viene concesso ogni diritto.
A disprezzo della crisi climatica, dei cambiamenti climatici e della crisi idrica. A disprezzo del rispetto dell’ambiente e della stessa salute umana, visto che l’acqua è vita per le piante e per gli esseri viventi, tra i quali uomini e donne. Ma tutto questo, Gualtieri ed Acea, l’anno capito? Prima o poi lo sapremo…
Per vedere il video della fiaccolata, clicca qui.
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