Dopo 4 anni circa di totale stop burocratico, l’Amministrazione comunale di Albano, guidata dal sindaco Massimiliano Borelli, sembra intenzionata a dare ora l’assenso ultimo e definitivo alla nascita della II^ isola ecologica comunale/isola del riuso.
La struttura sorgerà su un terreno ex privato poi comprato dall’Amministrazione situato su via Tenutella, la strada che collega Albano alla via Nettunense, a due passi dall’uscita ‘Musicisti/Miramare’ della Tangenziale dei Castelli Romani. Il terreno in questione è situato anche a due passi dal Moal, il mercato ortofrutticolo comunale. L’isola ecologica sorgerà, per la precisione, su un terreno, come anzidetto, situato a ridosso del ‘famoso’ fosso secco, il principale canale di scolo della città albanense.
Albano, ‘sì’ (sospirato) alla II^ isola ecologica/riuso, ma sull’area a rischio inondazione
Almeno questo è quanto prevede la determinazione dell’Ufficio Tecnico comunale di Albano del 19 marzo scorso, sottoscritta dall’architetto Marco Di Stefano. Una determinazione con la quale proprio l’Ufficio tecnico municipale conferisce ad uno studio tecnico (Geores Studio Tecnico Associato) l’incarico di redigere una “relazione idrologica idraulica e mappatura delle fasce di pericolosità da inondazione sull’area oggetto dei lavori”.
L’obiettivo della determinazione è l’approvazione, ultima e definitiva, del progetto. Ma per farlo è necessario che il Comune stesso risponda alle richieste dell’Autorità di Bacino, massima autorità nel settore dei rischi idro-geologici connessi alla canalistica e ai fossi presenti sul territorio. Proprio l’Autorità di Bacino, lo scorso 14 marzo, ha richiesto al Comune tale documentazione, con lo scopo di escludere rischi di inondazione dell’area in oggetto da qui ai prossimi 500 anni.
La richiesta dell’Autorità di Bacino parla chiaro: la relazione deve “Comprende(re, ndr) la mappatura delle fasce di pericolosità da inondazione relative ad eventi di piena con tempi di ritorno di 30, 200 e 500 anni”. Il terreno è situato difatti proprio a ridosso del canale denominato ‘fosso secco’.
Su tale problematica del rischio inondazione, del resto, “si sono svolti – così si legge tra le carte – una serie di incontri con funzionari del Consorzio di Bonifica Litorale Nord e del Dipartimento competente della Città Metropolitana “Servizio Tutela Acque e Risorse Idriche”, al fine di dirimere quanto richiesto”, ossia di scongiurare il rischio che il terreno prescelto sia soggetto ad inondazioni sempre più frequenti. Specie in tempo di cambiamento climatico come quello che ormai viviamo da anni, con bombe d’acqua tanto brevi quanto intense.
I terreni di riporto della tangenziale dei Castelli
Su questo terreno sono stati scaricati, tra l’altro, in passato, terreni di riporto trasferiti in loco nel corso dei lunghi lavori di realizzazione della tangenziale dei Castelli Romani. In molti, hanno espresso perplessità. Ma alla fine, ora, nonostante tutto, il municipio procederà alla definizione del progetto.
Il maxi biodigestore
In passato, oltre alla II^ isola ecologica/isola del riuso, si era parlato di installare su questo stesso terreno anche un maxi biodigestore. Per il trattamento della frazione umida dei rifiuti urbani. Tale progetto è stato però ‘abortito’ a seguito delle forti, fortissime proteste dei comitati e associazioni territoriali, oltreché dei consiglieri comunali presenti e attivi in loco.
Ovviamente, la seconda isola ecologica costituisce un’opera di straordinaria importanza ai fini dell’incremento della raccolta differenziata. Parliamo della modalità di trattamento dei rifiuti su cui si fonda il sistema delle 3 R, ossia riduzione, riciclo e riuso. L’unica modalità di trattamento dei rifiuti urbani che è sostenibile a livello economico ed ambientale/sanitario ed unica vera alternativa all’incenerimento dei rifiuti stessi.
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