È quanto emerge dal bilancio di previsione 2024 che il consiglio comunale di Aprilia ha approvato poco prima di Pasqua. Il bilancio è stato approvato in ritardo rispetto alla scadenza del 15 marzo imposta dalla legge, tanto da ricevere anche la diffida del prefetto. Altre quattro città della provincia di Latina hanno ricevuto ugualmente diffida.
La maggioranza festeggia il risultato parlando di un atto «che controbilancia la linea della prudenza per rendere il bilancio impermeabile a possibili futuri imprevisti». L’opposizione però fa notare alcuni numeri: «Una manovra di bilancio fantasma che non riporta neanche una delle promesse della campagna elettorale. Solo per fare qualche esempio: per l’asfalto sono stati stanziati solo 200 mila euro quando Principi aveva promesso di “asfaltare tutte le strade”, solo 150 mila euro per le scuole».
Se la maggioranza dice che non sono state messe ulteriormente le mani nelle tasche dei cittadini («abbiamo evitato di pesare sui bilanci familiari già messi in difficoltà dalla crisi e dall’aumento del costo della vita», ha detto l’assessore Gemma Stampatore), c’è un dato: l’aumento delle tariffe di mensa scolastica e asilo nido comunale. Ancora nulla si sa della Tari, visto che le tariffe andranno approvate entro il 30 aprile.
Del mutuo salva-dissesto non c’è traccia
«Vogliamo chiarire che la questione della trattativa relativa al parco Falcone e Borsellino, utilizzata dalla maggioranza per coprire tutti gli strafalcioni di questo bilancio, non rientrata minimamente nella manovra 2024», spiega l’opposizione in una nota.
«Nonostante le bugie messe in piedi dal centrodestra chiariamo che: il contenzioso verrà pagato da un mutuo. I pagamenti delle rate partiranno dal prossimo anno e non riguardano il bilancio appena approvato. Una pessima manovra finanziaria, un vero e proprio pasticcio».
Non solo: i consiglierei di minoranza parlano anche di «Linee programmatiche di una inconsistenza politica da far paura: neanche una parola per il settore commercio, cultura giovanile dimenticata e servizi sociali ridimensionati. Tabula rasa per le periferie cittadine».
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