Un focus di indagine, in particolare, è in corso sul terreno acquistato da Ama, la municipalizzata capitolina dei rifiuti. Meno di 10 ettari pagati la cifra a dir poco stratosferica/faraonica di 7,7 milioni di € di soldi pubblici, ossia dei cittadini.
L’inceneritore di Roma e la discarica di Albano
Questi meno di 10 ettari di terreno sono situati in località Roma-Santa Palomba, ma proprio sull’ultimo lembo di territorio romano. A ridosso della discarica di Albano Laziale, in sostanza sul cortile di casa dei Castelli Romani. Un’area, quest’ultima, dalla fortissima vocazione turistico-paesaggistica-enogastronomica. Poco distante anche dai due municipi di Pomezia ed Ardea.
Sul terreno pagato da Ama un occhio della testa, tra l’altro, incombono vari e gravi problemi tecnici, almeno così scrivono associazioni e comitati territoriali nelle loro innumerevoli querele inviate a varie autorità, non solo nazionali.
Tra questi problemi anche un fosso che lo attraversa e che non lo rende completamente fruibile. Un problema che – teoricamente- dovrebbe diminuire sensibilmente il valore del terreno stesso. Ma che invece, in questo caso, è stato evidentemente giudicato dai manager Ama una vera ‘benedizione’. Tanto da spingerli a pagare, per il suo acquisto, una cifra davvero straordinaria (per l’appunto coi soldi pubblici).
La discarica di Albano
La discarica di Albano, come accennato in apertura, è un nodo centrale dell’intera vicenda. È situata a poche centinaia di metri di distanza, in linea d’aria, dalla location scelta con accuratezza dai manager di Ama per costruirvi sopra il ‘loro’ mega inceneritore da 7,5 miliardi di € di bando pubblico. Una ‘torta’ grande, forse troppo anche per le esigenze pur elevate della Capitale.
Il progetto del 2007 di Manlio Cerroni, fotocopia (con ingrandimento) e fantasma
La discarica di Albano Laziale è di proprietà, ancora oggi, del re dei rifiuti di Roma e dintorni, Manlio Cerroni. Non è un mistero per le due Commissioni Antimafia ed Ecomafia che proprio Manlio Cerroni, nel lontano 2007, insieme ad Ama ed Acea, voleva costruire all’interno della sua discarica di Albano un inceneritore-fotocopia rispetto a quello attuale, solo un po’ più piccolo.
Ora l’intero ‘affare’, ossia il nuovo maxi progetto di inceneritore da 600mila tonnellate annue, si è solo spostato di qualche centinaia di metri.
È forse questa singolare vicinanza – si chiedono inquirenti, investigatori ed ora anche qualche deputato – il motivo per cui un terreno così ‘problematico’ è stato pagato, da Ama (coi soldi pubblici dei cittadini), una cifra letteralmente da capogiro?
Probabilmente, molto presto lo sapremo, grazie alle tre indagini in corso.
La Commissione Ecomafie indaga sull’inceneritore di Roma
Ma torniamo alla terza inchiesta che incombe sul progetto. Proprio l’ufficio di Presidenza della Commissione Parlamentare Ecomafie, presieduta dal deputato della Lega Jacopo Morrone, ha intenzione di chiedere ad Ama, l’azienda comunale per il ciclo dei rifiuti, tutta la documentazione inerente la procedura di acquisto del terreno a Santa Palomba su cui dovrà sorgere il termovalorizzatore di Roma.
Focus sul terreno Ama vista discarica di Albano
La vicenda è stata riferita in una nota della stessa Commissione Parlamentare d’Inchiesta sulle Attività Illecite Connesse al Ciclo di Rifiuti e su altri illeciti ambientali e agroalimentari. “La commissione mette sotto i riflettori il costo stimato di circa sette milioni, appreso da notizie stampa, dei terreni in località Santa Palomba dove dovrebbe sorgere il termovalorizzatore di Roma. La documentazione sarà richiesta ad Ama, ed eventualmente alla Corte dei conti che, sempre secondo notizie stampa, avrebbe già aperto un’inchiesta contabile nel merito – si legge nella nota -. L’interesse della commissione riguarda in particolare il fascicolo di istruttoria tecnica con allegati gli immobili di comparazione utilizzati dal collegio incaricato di determinare la stima e quindi il costo dei citati terreni”.
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