Numeri pesanti e preoccupanti quelli che sta snocciolando in queste settimane il Presidente della Regione Lazio per illustrare le nuove opportunità per le imprese grazie ai fondi europei. Numeri da affrontare risolutamente e che in gran parte confermano le anticipazioni e i calcoli de “il Caffè”, soprattutto in riferimento all’enorme debito sanitario: il salasso finanziario di circa 12 miliardi di euro che ci costa quasi un miliardo di euro all’anno, solo per pagare gli interessi. Una cifra con la quale si potrebbero costruire, ad esempio, 500 asili nido da 60 posti ciascuno, completi di arredamento e di impianti fotovoltaici per l’autosufficienza energetica, mentre la dotazione attuale di posti disponibili a livello regionale, tra pubblici e privati, copre appena 1/5 delle nascite.
GROSSI DEBITI CON LE AZIENDE
Ma questo miliardo che se ne va per gli interessi, ha specificato recentemente Zingaretti incontrando gli imprenditori a Latina, in realtà copre solo meno della metà del debito totale; sono i debiti per i quali la Regione Lazio ha contratto dei mutui con le banche e sono appesantiti, aggiungiamo noi, dai famosi prodotti finanziari derivati che hanno inguaiato l’economia mondiale e diversi enti locali italiani. Il debito regionale complessivo infatti attualmente è di 22 miliardi di euro e di questi ben 12 sono soldi che la Regione stessa deve agli enti locali e alle imprese; tra queste ultime, nel loro complesso, oggi quasi due su tre hanno problemi di liquidità.
CASTA BUROCRATICA
Dunque, tra i fattori della crisi economica in corso c’è anche la pessima amministrazione fin qui garantita da 20 direzioni generali regionali e ben 272 centri decisionali di spesa, spesso con competenze sovrapposte, che impegnano l’amministrazione regionale a pagare soldi che non ha in cassa. Tra l’altro, fino alla scorsa legislatura avevamo ben 23 Consigli di Amministrazione di società regionali che spesso facevano poco o nulla. L’impegno assunto pubblicamente da Zingaretti è a ridurre drasticamente tutti questi numeri.