Politica latinense maschilista, per Marilena Sovrani?
«In parte sì: nel 2007 ero l’unica donna consigliere, nella scorsa giunta eravamo solo in due e da sempre nella nostra città c’è scarsa visibilità politica per il gentil sesso. E lo dico da convinta non-femminista. Benvenuta dunque la legge 215, che consente, nelle amministrative, di esprimere sino a due preferenze a condizione che vadano a candidati di sesso diverso».
Nasce a centro destra, come si colloca oggi?
«Nel mio percorso politico mi sono sempre confrontata con tutti, non ci tengo a fissarmi in un punto preciso del cosiddetto “arco costituzionale”. Penso che il dibattito politico attuale non sia adeguato ai bisogni reali di questa città, e vorrei mettere la mia esperienza amministrativa al di fuori della vecchia logica dei partiti. Vengo dalle case popolari del quartiere Nicolosi – continua Sovrani –, sono cresciuta negli oratori: voglio dare una mano concreta a chi ha bisogno».
Lei era organica alla passata Amministrazione – la punzecchiamo -, come del resto molti altri candidati. Come fate a dirvi nuovi?
«Penso nel mio caso mi distingua il modo di pormi – risponde accigliata -; sobrietà, buon senso e lavoro, tanto lavoro, sono sempre stati il mio Vangelo. Credo nel lavoro di squadra – continua Sovrani -, nella mia esperienza assessorile ho prima creato il team e poi cominciato a lavorare. Penso di essere diversa in questo».
Quali le priorità del suo programma?
«La macchina burocratica è complessa, richiede esperienza e capacità di visione. Penso alla valorizzazione del personale amministrativo, alle tante professionalità mortificate che potrebbero dare un servizio migliore ai cittadini e alle imprese. La burocrazia in Italia è un macigno. Poi alla manutenzione ordinaria che non deve più essere soggetta ai soliti criteri di emergenza, perché non si verifichino più episodi come lo scorso anno, quando le scuole sono rimaste al freddo perché non erano stati fatti i lavori del caso durante il periodo estivo. In sintesi, l’amministrazione comunale deve ritornare ad avere il suo ruolo di progettualità e di coordinamento delle forze in campo, per raggiungere obiettivi misurabili e dare risposte concrete alla comunità».
Tanti candidati, troppi – concludiamo -: è possibile che Sovrani faccia un passo indietro per supportare altri?
«Assolutamente no – dichiara decisa -, costi quel che costi: voglio scardinare questo modo di intendere la politica solo al maschile, ed essere l’inizio di un percorso che torni a pensare all’amministrazione come a un servizio per la collettività. Non ho poltrone o interessi da difendere, vada come vada mi troverete al mio posto, a portare il mio modesto contributo per rendermi utile al prossimo».
Origini venete, nata al Nicolosi il 22 dicembre 1960, sposata, tre figli. Ragioniera, dagli anni ’80 è vicina al mondo dell’associazionismo e del volontariato. Nel ’93 consigliere circoscrizionale DC, confermata nel ’97. Dal 2007, nel frattempo è transitata in AN, è consigliere comunale. Nel 2011 viene rieletta, stavolta nelle fila UDC, e nominata Assessore alla Pubblica Istruzione, poi integrata nel 2014 con l’Assessorato alla Cultura. È stata componente della Commissione Pari Opportunità e della Commissione Pubblica Istruzione dell’ANCI e della Conferenza Regionale Permanente dell’Istruzione.