PAROLA CHIAVE FIDUCIA
«È vero che c’è crisi, ma anche che al giorno d’oggi la bontà del prodotto fa la differenza», spiega in base alla sua esperienza il Comandante. Con le difficoltà economiche cresce l’importanza della parola “fiducia”. Trasparenza e disponibilità a chiarire sempre al cliente vengono ripagate. I prodotti Dop, di origine certificata, su questo sono un passo avanti ed una garanzia «anche se persino i marchi più famosi possono essere contraffatti ed il cittadino deve prestare attenzione anche all’iniziale della marca del prodotto».
OCCHIO ALLA DATA DI SCADENZA
Il modo migliore per evitare di incorrere nella truffa è prestare attenzione prima dell’acquisto, spiegano i Nas. «Il consiglio che darei a mia madre è: va bene il dopo, ma se lo facciamo prima è ancora meglio». Ci sono alcune regole da seguire ogni volta che si fa la spesa per non essere vittime, ad esempio, di un prodotto messo in offerta perché scaduto. La tracciabilità è la prima cosa da tenere a mente, soprattutto sul fresco. Le etichette danno la percezione immediata di ciò che si acquista. Il commerciante onesto, che non ha nulla da coprire, mette in evidenza dove è stato prodotto l’alimento. «Diffidare – inoltre – delle etichette non in lingua italiana, anche nei discount, ed informare subito i Nas che partono con le indagini». Altro campanello d’allarme deve essere il prezzo troppo basso.
COSA FARE DI FRONTE ALL’ILLECITO
Ecco come comportarvi se tornate a casa e vi accorgete che un prodotto è andato a male, o ha qualcosa che non va. Prima regola: non buttare il prodotto. È, infatti, il punto di partenza per le indagini dei Nas. Il cittadino che si trova di fronte, ad esempio, ad una mozzarella blu, deve subito portarla al Comando e comunicare dove è stato acquistato il prodotto. A questo punto i Nas mettono a verbale la denuncia, informano la Procura ed iniziano gli accertamenti. Per farlo devono avvalersi di un prodotto con lo stesso lotto, motivo per il quale lo scontrino e la confezione il più possibile integra sono elementi aggiunti utili per le indagini. «Buttare il prodotto e non avere un referto medico del pronto soccorso – spiega il Comandante -, complica le indagini o, alcune volte, le rende impossibili». Il cittadino può anche segnalare l’illecito tramite il sito internet.
TRUFFE NOCIVE E NON
«Occorre distinguere tra ciò che non si può fare e ciò che fa male al cittadino», spiega Santori. Nel primo caso rientrano le truffe a monte e l’olio è l’alimento più semplice da contraffare. Accade che viene aggiunta clorofilla per donare un colore più verde che l’acquirente percepisce come sinonimo di alta qualità. La clorofilla non è nociva alla salute ma, con questo giochetto, il prodotto viene scelto con più facilità e venduto ad un prezzo più alto. In questo caso il cliente non finisce all’ospedale, ma è vittima di una truffa. Stessa cosa per il pane venduto, ad esempio, come “di Lariano” che in realtà proviene da un altro luogo o per la “mozzarella di bufala campana” il cui latte è di tutt’altra zona.
IL CONTADINO È PIÙ SICURO?
Tra i cittadini, allarmati dalle continue truffe di cui si sente parlare, è venuto a galla un istinto primordiale: quello di tornare a fare la spesa dal contadino. Nell’immaginario collettivo il contadino è un uomo lontano dalle logiche del mercato che vende frutta e verdura genuina.