Lo scorso 2 e 3 novembre si è disputata a Cagliari la finale della Fed Cup, il più importante torneo tennistico per nazionali femminili. L’incontro è stato stravinto dalla Nazionale Italiana che con un secco 4-0 ha sconfitto la Nazionale Russa. Sul 3-0 per le azzurre è scesa in campo anche l’altoatesina Karin Knapp, ormai cittadina di Anzio, che in doppio con Flavia Pennetta ha sconfitto la coppia russa al super tiebreak. Il Caffè l’ha incontrata.
Com’è stato vincere la Fed Cup?
È stato bellissimo, ho provato delle emozioni fortissime. Giocare e vincere questo titolo importante con l’Errani, la Vinci e la Pennetta è stato qualcosa di unico e anche se ho giocato solo un doppio, stare lì una settimana, fare il tifo per le ragazze è stato molto emozionante. Poi le premiazioni, entrare nello stadio, il boato del pubblico, sono stati momenti molto anche perché chi l‘avrebbe mai pensato… Roberta Vinci e Sara Errani hanno vinto i singoli, mentre io e Flavia Pennetta abbiamo giocato il doppio. La vittoria della Fed Cup è stata la ciliegina sulla torta di quest’anno meraviglioso.
Questo è stato solo il culmine di una stagione fantastica: hai raggiunto il quarto turno al torneo di Wimbledon. Dopo il brutto infortunio avresti mai immaginato di tornare a giocare a questi livelli?
E’ stato difficile superare l’infortunio, però ho sempre lavorato sodo per poter tornare a giocare a questi livelli e quest’anno mi sono tolta tante soddisfazioni raggiungendo gli ottavi di finale a Wimbledon e il terzo turno agli US Open. Sono state grandi emozioni, che solo chi mi ha visto dopo l’infortunio può comprendere. Sono migliorata molto, sono cresciuta, ho cambiato tante cose, sono più consapevole di quello che faccio in campo e sono molto positiva per il 2014.
Prima dell’infortunio eri la numero 35 del mondo, adesso sei al 39: che obiettivo ti sei data per il 2014?
All’inizio di quest’anno l’obiettivo era di rientrare tra le prime 80. Ora sono la n. 39 e quindi è andata più che bene. Sicuramente l’obiettivo è quello di puntare in alto, anche perché quest’anno nei tornei ho perso sempre contro le prime 10 del mondo. Quindi il prossimo anno punto ad essere tra le prime 20. Sarà dura, però bisogna darsi un obiettivo alto.
Ma in Italia sei la numero 4…
(Ride) Beh, davanti a me c’è Flavia Pennetta, che è la numero 30, quindi se arriverò tra le prime 20 avrò davanti a me Sara Errani e Roberta Vinci… ma sicuramente anche loro miglioreranno e quindi dovrò fare sempre meglio. Prima dell’infortunio, quando ero la numero 35 del mondo, sono stata numero 3 d’Italia. Potrei magari tornare al terzo posto…
Come sei finita da Brunico ad Anzio? Cosa ti ha portato qua?
Diciamo per amore. Tutto è iniziato quando mi sono fidanzata con Francesco Piccari, che ho conosciuto a Praga, durante un torneo al quale partecipavamo entrambi. Poi lui è venuto a vedermi a Roma, agli Internazionali d’Italia, e quando ho scoperto il problema al cuore lui mi è stato vicino. Così alla fine del 2009 ho chiuso con Caldaro (Bz), dove mi allenavo prima, e ho deciso di spostarmi e avvicinarmi a Roma per Francesco. In quel periodo ero infortunata ed ho iniziato ad allenarmi con Alessandro Piccari, il fratello di Francesco, che aveva da poco smesso di giocare a tennis. Così, dopo l’intervento al ginocchio, prima a Pisa e poi a Roma, ho iniziato a lavorare sodo, a fare riabilitazione, e alla fine le cure di Anzio hanno dato ottimi risultati.
Sei riuscita a tornare ad altissimi livelli dopo un brutto infortunio, dove hai trovato la forza?
Non solo nel tennis, ma in tutti gli sport, capita spesso che dopo un brutto infortunio un atleta non riesca a trovare la forza per tornare a giocare a livello agonistico. Tanti si arrendono e sicuramente sarebbe stato più facile arrendersi piuttosto che riprendere a giocare, ma il tennis è la mia vita e tornare a giocare, fare ciò che amo, mi ha spinto talmente tanto che non ho mai mollato. Sono andata in campo con le stampelle, in palestra, senza mai mollare. Gli allenatori e gli amici, che mi hanno portato ovunque, mi hanno aiutato molto. Non mi hanno mai mollato un attimo, dal cinema ai ristoranti. Ero la numero 35 prima dell’infortunio e ora sono di nuovo la numero 39!
Sei nata e cresciuta a Brunico. Tutti si aspetterebbero che tu facessi la maestra di sci. Come sei finita a giocare a tennis?
Fino a 15 anni sciavo d’inverno e giocavo a tennis d’estate, ma non avevo mai pensato di diventare tennista. Poi i miei genitori mi hanno detto di concentrarmi su uno sport e proprio in quel periodo una mia vicina di casa ebbe un brutto incidente sugli sci, mi sono messa paura e quindi mi sono detta: “Alt! Giochiamo a tennis”. Così mi sono trasferita a Caldaro, a 90 km da Brunico, dove ho iniziato a giocare a tennis.
Ogni tanto ripensi a quella scelta che hai fatto?
Si, però purtroppo sentendo le amiche che sciavano con me che si sono fatte troppo male, a parte i successi nel tennis, non rimpiango quella scelta, anche perché anche io mi sono fatta malissimo giocando a tennis.
Sei la tennista di Brunico o la tennista di Anzio?
(Ride) Le mie origini sono di Brunico, quindi sono altoatesina, però sicuramente qui ad Anzio ho trovato la seconda casa.
Da “romana” acquisita, cosa hai provato a giocare agli Internazionali BNL di Roma?
Per me giocare a Roma è speciale perché ogni volta che gioco arrivano 40-50 persone solo per me ed è davvero emozionante. Specialmente l’anno scorso, quando ho sconfitto la Vinci davanti a tutti i miei amici e tifosi, è stato uno spettacolo incredibile! Giocare a Roma è una delle poche possibilità che ho di giocare davanti a tutti gli amici, tra cui Roberto, il mio preparatore atletico, che viaggia poco e mi vede solo lì. È molto bello che i miei amici vengano a vedermi giocare, perché non ho mai avuto un torneo dove veniva tutta questa gente solo per me.
Raccontaci di quando hai sconfitto Roberta Vinci a Roma.
Queste sono soddisfazioni. Anche lei è romana acquisita, ma ¾ dello stadio era tutto per me, quindi giocare contro di lei e vincere è stato unico. Poi purtroppo quest’anno agli US Open ha vinto lei, ma l’importante sono i risultati ottenuti, non è stato facile, ma i risultati sono arrivati.
Al torneo di Wimbledon hai raggiunto la tua migliore posizione in uno slam, cosa hai provato?
Quando ho vinto il terzo turno a Wimbledon ho telefonato a Francesco e non sapevo che dire. Per me che sono passata brutti momenti, queste vittorie sono tutte molto speciali.