Non c’è pace per i conti regionali, in particolare quelli delle gestioni Marrazzo e Polverini. La Regione Lazio si troverebbe da almeno un decennio, secondo la Corte dei Conti, “in stabili condizioni di insolvenza finanziaria”, attenuata nel 2013 dal ricorso al cosiddetto “decreto pagamenti”. Il bilancio preventivo 2012 “risulta approvato in una situazione di pareggio solo formale, basato su una programmazione inidonea a garantire l’equilibrio di bilancio previsto dall’articolo 81 della Costituzione e, anzi, idonea a favorire un disavanzo della gestione di competenza che si è poi verificato”. Il disavanzo effettivo rilevato per il 2012 è di 13 miliardi e 265 milioni di euro (nel 2011 era di 11 miliardi e 650 milioni). “Una situazione di preoccupante deterioramenteo di conti”. Lo sottolineano i consiglieri della Corte dei Conti Rosario Scalia e Maria Teresa D’Urso nella relazione orale per l’udienza di parificazione del rendiconto generale della Regione Lazio, in cui hanno descritto una situazione di cronico collasso.
I magistrati puntano il dito contro “un’incapacità programmatoria dell’Ente”, sottolineando che nel bilancio preventivo 2012 della Regione Lazio “la capacità di entrata e la capacità di spesa fanno emergere, rispetto alle previsioni, percentuali di scostamento patologiche (40,59% al netto delle partite di giro per la capacità di entrata; 57,98% al netto delle partite di giro, per la capacità di spesa)”. Cioè si è speso moltissimo di più di quanto preventivato. “Gli effetti di una previsione siffatta – aggiungono i giudici contabili – ricadono negativamente sull’attività gestionale, in termini di effettivo utilizzo delle risorse, e sulla programmazione regionale nel suo complesso, rendendola incoerente rispetto alle scelte di politica pubblica che ne sono alla base, oltre che inefficiente ed antieconomica nel suo insieme”.
La Procura regionale della Corte dedica un intero fascicolo alla maxi bufala dell’autostrda Roma-Latina, ribadendo che “un fiume di denaro è stato sprecato in progetti inattuati e cambiati subito dopo la loro approvazione e, sempre, prima dei lavori”. Nel mirino dei giudici anche la giungla di carrozzoni regionali: “Regna un’assoluta incertezza sul numero e la natura degli enti che affiancano la Regione nell’assolvimento dei compiti istituzionali -, scrive poi la Procura contabile – che rilevano come sia difficoltoso alla stessa amministrazione regionale individuare i vari soggetti (enti pubblici o agenzie) che, peraltro, cambiano frequentemente la loro denominazione generando ancora maggiore incertezza”. Caso emblematico, l’Abecol, agenzia regionale per i beni confiscati alle organizzazioni criminali: doveva scomparire con l’arrivo dell’analoga agenzia nazionale istituita con la legge 159 del 2011. E invece questo doppione laziale è ancora lì. Sotto accusa anche gli sprechi nella gestione del personale. Su 1.688 dipendenti regionali censiti, ben 1.283 hanno posizioni manageriali (76%). La Corte dei Conti riconosce alla nuova giunta regionale di aver “predisposto su molteplici aspetti della gestione interventi concreti”.
Già nel 2012 ispettori del Ministero delle Finanze avevano scoperto e denunciato una galleria degli orrori sui conti regionali tenuti in modo illegale; in particolare avevano stigmatizzato il giro di assunzioni sospette, dirigenti senza requisiti, incentivi a pioggia nel periodo 2007 – 2011.
05/12/2013